Bond, Fonsai, Mediobanca, Basilea3. E risultati d’esercizio ovviamente. L’amministratore delegato di Unicredit Federico Ghizzoni presenta i conti del primo trimestre del gruppo e dopo aver presentato i numeri del colosso del credito di piazza Cordusio.
TRIMESTRALE. Utili in ripresa per Unicredit, che tra gennaio e marzo ha guadagnato 914 milioni netti (+12,8% rispetto a un anno prima), anche se circa metà di questi (477 milioni) sono plusvalenze legate al riacquisto di obbligazioni proprie. Il dato è superiore alle attese degli analisti, e il titolo in Borsa ha chiuso in rialzo del 6,76%.
TITOLI DI STATO. Unicredit mantiene la sua posizione intorno ai 40 miliardi di euro in titoli di stato italiani e non crede che possano ”influenzare la volatilita’ delle azioni Unicredit”. ”Siamo tranquilli – ha detto Ghizzoni – sui rischi che comporta questo portafoglio”
FONSAI. ”Penso che sia pericoloso rimandare la soluzione” su Fonsai ”noi siamo determinati ad andare avanti sulla strada nota”. Ghizzoni ha inoltre rilevato che ”la nostra posizione non cambia rispetto a ieri, noi stiamo lavorando su ipotesi Unipol”. ”Anche oggi il nostro consiglio ha approvato la ristrutturazione del debito di Premafin che e’ propedeutica all’avvio dell’operazione nel suo complesso”, ha aggiunto.
MEDIOBANCA. Il sostituto di Fabrizio Palenzona nel consiglio di Mediobanca, come rappresentante di Unicredit non sara’ deciso ”da un singolo ma dal consiglio” di Piazza Cordusio. ”Io faro’ una proposta – ha detto l’ad – e il consiglio lo decidera’ nelle prossime settimane appena saranno in piedi i nuovi comitati”. ”Domani si insediera’ il nuovo consiglio. Ci sara’ un cda stroardinario il 29 maggio che nominera’ i comitati, poi saremo finalmente operativi”, ha spiegato.
PIANO INDUSTIALE. Unicredit non intende cambiare il piano industriale al 2015 anche se la situazione economica, specie in Italia ”rende cauti”. Per Ghizzoni non sono previste nuove maxi svalutazioni dopo quelle del 2011. Per Ghizzoni una decisione sul ‘quantum’ del debito è “ancora prematura” e verra’ decisa nei prossimi mesi. L’ad ha ricordato come il peso dell’Italia sui ricavi generali del gruppo sia pari al ”35-40%”
BASILEA 3. “L’Europa deve scegliere, con una decisione politica se vuole una soluzione unica o lasciare spazio alle autorità nazionali su Basilea3 e piu’ in generale sulla supervisione bancaria”. Non ha dubbi l’ad di piaza Cordusio prendendo posizione dopo le divisioni all’ultimo vertice Ue sul tema di Basilea3 che hanno coinvolto anche la posizione del gruppo, presente in diversi paesi. Secondo Ghizzoni, ”la posizione nostra e di tutte le grandi banche (e che coincide con quella del governo italiano) e’ per una supervisione europea”.
MARIO DRAGHI. Ghizzoni ha anche spiegato come anche il presidente della Bce Mario Draghi ”e’ molto conscio del fatto che bisogna andare verso una soluzione europea”. L’ad ha anche rilevato come ”bisogna valutare bene” l’impatto di Basilea3 e delle norme sulla liquidita’ in un momento di crisi come l’attuale.