QUI JUVE
Il day after Lecce è duro, ma non abbastanza da scalfire l’entusiasmo del popolo juventino. Chi si aspettava una Vinovo triste e desolata è rimasto deluso, anzi delusissimo. Quando la squadra si è ritrovata allo Juventus Center (ore 11), i tifosi ad accoglierla sono stati centinaia, tutti festanti e fiduciosi per il finale di stagione. Giusto, perchè in fondo la Vecchia Signora è ancora lassù in cima e tirarla giù non sarà facile. Il calendario poi autorizza l’ottimismo, anche perchè, nelle varie tabelle, la partita contro il Lecce era quella considerata “più a rischio”, se non altro perchè i pugliesi dovevano per forza fare risultato. Cagliari e Atalanta invece sono già salve, dunque le insidie diminuiscono inevitabilmente. Ma Antonio Conte non si fida: già due volte è stato testimone interessato di scudetti che sembravano vinti e che poi sono svaniti nel nulla. Ecco perchè ieri mattina il tecnico bianconero ha fatto svolgere il solito allenamento a ritmi serrati: i giocatori impiegati contro il Lecce hanno recuperato con il classico defaticante, mentre gli altri hanno lavorato regolarmente. Il primo a presentarsi allo Juventus Center è stato Buffon, in queste ore al centro di un piccolo dramma personale. Già per un portiere “normale” sarebbe difficile accettare un errore così, figuriamoci per il migliore. Ma a tormentare Gigi non è tanto il discorso personale, quanto la consapevolezza di aver complicato la corsa scudetto della Juve, proprio lui che nel 2006, fresco campione del mondo, decise di restare sulla barca in piena tempesta Calciopoli. I tifosi bianconeri se lo ricordano bene, ecco perchè ieri Buffon è stato applaudito a lungo, proprio come allo Juventus Stadium. Domenica sera al Nereo Rocco di Trieste (a proposito, si giocherà alle 20.45, in contemporanea con il derby di Milano) servirà una Juve compatta e concentrata. Una Juve che non può prescindere dal suo numero uno.
QUI MILAN
Adesso si fa sul serio. In casa Milan non lo ammetteranno mai, ma prima di mercoledì sera in pochi credevano allo scudetto. Il pareggio della Juve ha però cambiato la classifica e forse la storia di questo campionato. Ora i rossoneri sono ad un solo punto dalla capolista, condizione che non basta a garantire il tricolore, ma che obbliga perlomeno a vincere le partite restanti. Il Milan sa che non sarà facile, ma non vuole avere rimpianti di nessun tipo, a cominciare dal derby di domenica sera. Allegri spera di recuperare Thiago Silva, che però anche ieri si è allenato a parte, così come Pato. Ma quella di ieri non è stata solo la classica giornata di campo; a Milano, nel Palazzo Giureconsulti, si è tenuta la presentazione dello Sponsor Day Rossonero, a cui ha partecipato Adriano Galliani. Dopo aver parlato dei piani futuri per incrementare i ricavi (“In attesa di uno stadio futuro che possa farci incrementare i ricavi, se vogliamo raggiungere le grandi europee non possiamo che migliorare il settore commerciale”), l’ad rossonero si è addentrato nei temi calcistici: “Quando ha segnato il Lecce ero negli spogliatoi, e sentendo il boato di San Siro temevo fosse una bufala, ma per fortuna era tutto vero. Ora noi cercheremo di vincere tutte e due le partite che rimangono e poi vedremo cosa succederà. Non faccio l’indovino, non so chi vincerà lo scudetto, noi siamo stati bravi a non mollare mai, neanche quando sembrava tutto deciso”. Galliani ha poi ribadito l’assoluta fedeltà ad Allegri: “Da quando è arrivato da noi siamo primissimi, non ho nulla da imputargli. Non stiamo faticando, non capisco dove stia la fatica: abbiamo vinto lo scudetto un anno fa, siamo a un punto dalla Juventus e ne abbiamo fatti 159 in due anni, non capisco dove sia il problema”. L’ad milanista ha poi chiuso con l’ennesimo riferimento al gol fantasma di Muntari, vero e proprio tormentone della stagione: “Alla fine vedremo quanto sarà stato decisivo, ma intanto io, per non dimenticare, ho messo l’immagine come sfondo del mio telefonino. Ho anche quello di Robinho (a Catania, n.d.r.), ma guardo più spesso l’altro”.