L’utile non basta. Crolla in Borsa il titolo di Finmeccanica, che a metà mattina è il peggiore del Ftse Mib, in rosso di quasi cinque punti. Il risultato arriva subito dopo la comunicazione dei risultati relativi al primo trimestre. Il gruppo ha registrato un aumento dell’utile a 25 milioni di euro, dai 7 dello stesso periodo dell’anno scorso. L‘Ebit invece è peggiorato a 142 milioni, dai 181 del primo trimestre 2011, e l’Ebit adjusted è diminuito del 20%, a 173 milioni. Anche l’indebitamento finanziario è aumentato a 4,5 miliardi, rispetto ai 3,4 del 2011 (+23%), principalmente a causa dell’andamento negativo del Fofc. In peggioramento anche i ricavi, scesi a 3,686 miliardi di euro dai 3,855 del 2011, sotto le stime degli analisti, che prevedevano 3,706 miliardi.
Per il gigante italiano della difesa diminuiscono anche gli ordinativi, che si attestano a 3,48 miliardi, 336 milioni in meno rispetto allo stesso periodo del 2011 (-9%). Eppure, evidenzia una nota del gruppo, sono aumentati gli ordini nel settore dell’Aerospazio e della Difesa. I settori che hanno invece registrato la contrazione maggiori sono stati quello dell’Energia e dei Trasporti. Sul portafoglio ordini, in calo a 45,7 miliardi di euro rispetto ai 46 di fine 2011, ha pesato l’apprezzamento dell’euro rispetto al dollaro che ha influenzato negativamente la conversione del portafoglio in valuta estera.
La crescita dell’utile netto è dunque “ricollegabile alla riduzione sia degli oneri finanziari netti (28 milioni) sia delle imposte (29 milioni), che ha più che compensato il peggioramento dell’Ebit (39 milioni)”, spiega una nota del Gruppo. Per il 2012, Finmeccanica conferma le previsioni con ricavi tra i 16,9 e i 17,3 miliardi di euro e l’Ebita adj per circa 1,1 miliardi.
Il presidente e Amministratore delegato del Gruppo, Giuseppe Orsi, ha commentato i risultati sottolineato il “contesto congiunturale caratterizzato dal perdurare di notevoli difficoltà e da un marcato livello di incertezza”. Ma per Finmeccanica “il 2012 resta tuttavia un anno di delicata transizione nell’ambito di un percorso di rilancio impegnativo e di non breve durata”.