È finalmente arrivato a mercati chiusi l’atteso verdetto dell’Antitrust sull’operazione Fonsai-Unipol: Premafin potrà svolgere l’assemblea per l’aumento di capitale e le parti potranno definire i concambi, ma i soggetti del riassetto Fonsai non potranno procedere alle fasi di sottoscrizione e alle attività di condivisione del piano industriale. In attesa della decisione i Fonsai ha ceduto l’1,44%, Premafin ha perso il 3,87%, Unipol l’1,05%.
Ma anche Milano ha chiuso in territorio negativo: il Ftse Mib, ha ceduto lo 0,67% in una giornata che ha illuso al rialzo per poi spegnersi sui dati dell’indice Ism non manifatturiero e la cautela mostrata da Draghi su nuove misure di sostegno all’economia. Meglio le altre Borse europee Parigi cede lo 0,09, Francoforte lo 0,24% e Londra gira in positivo a +0,15%.
La Bce ha mantenuto invariato all’1% il costo del denaro, ai minimi storici raggiunti con la decisione dello scorso dicembre. Ma nel frattempo non ha dato indicazioni su nuovi possibili interventi espansivi a sostegno dell’economia. Una cautela, quella dell’Eurotower, che si spiega anche con la necessità di capire quale sarà l’effettivo impatto delle due maxi aste già messe in campo. L’ultima, ha voluto sottolineare Draghi, ha avuto regolamento solo scorso 1 marzo. All’orizzonte invece per l’Eurotower c’è la possibilità che l’aggiustamento dei bilanci frenerà la crescita, non è quindi escluso un peggioramento delle condizione economiche della Zona euro.
Parole che abbinate ai dati in arrivo da oltreoceano sul calo peggiore delle attese dell’indice Ism non manifatturiero hanno fatto virare i listini in territorio negativo dopo il buon successo delle aste spagnole e francesi che, almeno, hanno aiutato ad allentare la tensione pre-elettorale del duello Sarkozy-Hollande. Ne ha beneficiato anche lo spread Btp-bund che è tornato sotto quota 390 e rendimento al 5,5%.
Intanto in Svizzera si consuma una piccola rivoluzione all’assise dei soci dell’istituto di credito elvetico Ubs: quasi il 37% degli azionisti ha votato contro il piano di remunerazione aziendale. A a far perdere la pazienza agli investitori sul già caldo tema remunerazioni probabilmente anche il calo del 54% dei profitti del gruppo nel primo trimestre 2012.
Alla chiusura dei mercati europei Wall Street viaggiava debole: il Dow Jones cedeva lo 0,05% e il Nasdaq a -0,23%. Dall’altra parte dell’oceano a consolare il malumore dei marcati per l’Ism servizi, seguito a qualche deludente dato macro già nella giornata di ieri, ci hanno pensato i sussidi alla disoccupazione che sono calati più delle attese.
Milano è stata trascinata al ribasso dalle banche: Unicredit cede il 4,65%, Bper il 4,65%, Banco popolare il 4,59%. Ma anche dal capitombolo di Finmeccanica dopo dopo la diffusione dei conti: il titolo chiude in calo del 4% dopo essere stato sospeso per eccesso di ribasso con cali di oltre il 6%. In fondo al Ftse Mib anche A2A (-4,51%), anch’esso sospeso per eccesso di ribasso. Per sabato, prima delle elezioni francesi, sono stati convocati i cda di Delmi, Edison ed Edf per chiudere la partita sul riassetto.
In evidenza sul Ftse Mib Atlantia (+2,79%), Pirelli (+2,55%), Telecom Italia (+2,186%) che beneficia della buona intonazione del comparto in Europa. Oggi in agendo il cda di Telco, holding che controlla il gruppo tlc con il 22,4%, per chiudere il rifinanziamento da 3,4 miliardi tramite in parte con nuova equity, in parte con nuovi bond sottoscritti dagli azionisti e in parte con linee di credito che sottoscriveranno diverse banche, come riferito dal direttore generale di Intesa Sanpaolo Gaetano Miccichè .
Ridimensiona il rally in chiusura Rcs, che sale del 2,07%. Il titolo si era infiammato le affermazioni di Della Valle sul suo interessamento a rafforzarsi nel gruppo e dopo l’offerta ufficiale presentata da Proto Consulting per il pacchetto azionario detenuto dalle Generali. Il Leone solo sabato scorso, in occasione dell’assemblea dei soci a Trieste, tramite il ceo Perissinoto, aveva espresso la volontà di uscire dalla partecipazione.