All’alba del grande duello televisivo in programma stasera, il vantaggio di François Hollande nei sondaggi è ancora netto. Secondo BVA, il candidato socialista raccoglie il 53,5% dei consensi, contro il 46,5% del presidente uscente Nicolas Sarkozy. Il quale però, come un tarlo, sta lentamente recuperando, voto per voto, consenso per consenso, uno svantaggio che 10 giorni fa era ancora dato a 9-10 punti di scarto.
Buona parte del lavoro è stata fatta nel super meeting di Tolosa, dove quella vecchia volpe di Sarko ha sferrato l’assedio decisivo al fortino di Marine Le Pen: nonostante la leader del Front National non abbia dato indicazioni di voto ai suoi elettori (e ha dichiarato che lei voterà scheda bianca), parrebbe proprio che il suo pacchetto-voti, quasi il 18% al primo turno, si stia facendo conquistare dai discorsi ultra-patriottici del candidato gollista.
Sempre secondo BVA, infatti, Sarkozy starebbe beneficiando del 57% delle intenzioni di voto degli elettori di estrema destra, ossia ben 10 punti percentuali in più rispetto alla scorsa settimana. Solo il 21% invece andrebbe a Hollande (secondo Ipsos il 14%), anche se l’istituto di ricerca giudica ancora “troppo debole” questo trasferimento di consensi a favore di Sarkozy, che, calcolatrice alla mano, non riuscirebbe ugualmente a sedersi altri cinque anni all’Eliseo.
In perfetto equilibrio invece, come più volte pronosticato da stampa e televisioni transalpine, l’eredità di Bayrou. Da buon padre di famiglia centrista, il leader del MoDem starebbe distribuendo equamente il suo lascito: 36% a Sarkozy, 36% a Hollande, 28% indecisi. Anche se Bva sospetta che alla fine saranno un po’ di più quelli che all’ultimo bivio imboccheranno la strada verso destra.
Con ogni probabilità saranno principalmente loro, gli elettori di François Bayrou (il 9% del totale dei votanti al primo turno), a sintonizzarsi stasera su TF1 o France 2 e ad aguzzare le orecchie in attesa di sentire quel dettaglio che possa fare la differenza. Ne è certo anche Bva, secondo cui il 20% dei votanti centristi (rispetto all’11% generale) ha dichiarato che potrebbero cambiare la loro scelta in base al duello televisivo fra i due candidati al ballottaggio.
Anche se, storicamente, il faccia a faccia televisivo, tipico appuntamento francese dell’ultima settimana prima del secondo turno ormai dal 1974, non ha mai veramente spostato gli equilibri. Pur essendo da quasi 40 anni il momento chiave della campagna elettorale per il ballottaggio, non si è mai rivelato significativamente rilevante per l’esito finale. Secondo gli analisti francesi infatti sia Mittérrand nel 1981 e ’88 che Chirac nel 1995 e 2002 hanno mantenuto all’indomani dello scontro televisivo con i rispettivi avversari lo stesso vantaggio che avevano nei sondaggi della vigilia e che hanno poi confermato a scrutini conclusi. Forse l’apparizione televisiva ha giovato un po’ di più proprio a Sarkozy nel 2007, ma più che altro per demerito di Segolène Royal che assunse un atteggiamento giudicato da molti troppo aggressivo.
Si parla comunque, secondo i politologi d’Oltralpe, all’incirca di 200-300mila voti spostati grazie al duello tv. Niente di cui decidere l’elezione di un presidente della Repubblica, dunque. Neanche quella serratissima del ’74, che vide Giscard d’Estaing imporsi su Mittérrand per appena 424mila voti. “Più che per fargli cambiare opinione, il dibattito conforta l’elettore nella sua scelta”, sostiene su Le Figaro Christian Delporte, specialista in comunicazione politica.
Tuttavia, questo fra Sarkozy e Hollande qualche spunto interessante dovrebbe darlo, visto che c’è in ballo l’elettorato di estrema destra da corteggiare, il che porterà entrambi i candidati a snaturarsi e a fare gli equilibristi. Immaginate davanti al televisore un agricoltore francese da anni stufo dell’Europa ed elettore del Fn che si sentirà dire da Sarkozy (o perchè no da Hollande): la Francia prima di tutto, proteggeremo i francesi dalla crisi, dalla globalizzazione e dall’immigrazione. Ci crederà o si sentirà preso in giro?