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Napolitano: no all’antipolitica ma i partiti si rinnovino

Commemorando il 25 aprile il capo dello Stato definisce “insostituibile” il ruolo delle forze politiche, che debbono pero’ rinnovarsi, confrontandosi con il governo fino alla fine della Legislatura, stabilire nuovi criteri e limiti al loro finanziamento, restituire ai cittadini elettori il diritto di scegliersi i parlamentari, cambiando la legge elettorale.

Napolitano: no all’antipolitica ma i partiti si rinnovino

“Nulla può sostituire i partiti, ma questi devono rapidamente rinnovarsi”. E’stato un discorso politicamente importante quello pronunciato ieri a Pesaro, in occasione delle celebrazioni per la liberazione dell’Italia dal nazifascismo, dal presidente della Repubblica. Giorgio Napolitano ha prima invitato gli italiani “a non cedere alle sirene dell’antipolitica che attaccano i partiti”, tutti quanti, come fossero in un “unico calderone”. Quindi ha indicato tre compiti fondamentali per il loro rinnovamento: 1) confrontarsi con il governo Monti, fino alla fine della Legislatura, per far crescere il Paese; 2) non esitare e non tardare a stabilire nuovi criteri e limiti per il loro finanziamento, 3) fare una nuova legge elettorale, profittando del fatto che ora le condizioni sono più favorevoli a trovare una strada comune.

Per quanto riguarda il primo punto è chiaro che quello del capo dello Stato è un significativo stop a quei sussurri e a quei sospetti che i partiti si rinfacciano vicendevolmente, su possibili tentazioni di elezioni anticipate a ottobre. Ipotesi non gradita dal Quirinale che conferma così l’orizzonte temporale del governo Monti nella fine della Legislatrura.

Quanto alle nuove regole per il finanziamento delle forze politiche, Napolitano ne sottolinea la ncessità e l’urgenza, mettendo al tempo stesso i cittadini in guardia dai tanti demagoghi che a destra e a sinistra, senza distinzioni di sorta attaccano i partiti, come fossero un tutt’unico. Napolitano ha significativamente ricordato che, all’indomani della liberazione, agli albori della Repubblica, il demagogo di turno (Guglielmo Giannini) si trovò a fondare il partito dell’Uomo qualunque, che “in breve tempo sparì senza lasciare alcuna traccia positiva per la politica e per il Paese”.

Il terzo punto messo a fuoco dal capo dello Stato è quello di cambiare la legge elettorale restituendo “ai cittadini la possibilità di eleggere i loro rappresentanti e non di votare dei nominati dai capi-partito”. Oggi, spiega Napolitano, le condizioni sono favorevoli, probabilmente riferendosi al fatto che la gran parte dei partiti si sia ritrovata nel sostegno al governo. Va tuttavia notato che una riforma elettorale è più facile all’inizio che alla fine di una legislatura. Ma, durante il governo Berlusconi, il centro-detra ha sempre resistito a cambiare il Porcellum, considerando un sistema favorevole alla maggioranza. Ora che l’asse Lega-Pdl è saltato è stato proprio Berlusconi a dire che con questo sistema (il Porcellum) vincerebbe il centro-sinistra. Tutto questo potrebbe facilitare una rapida intesa tra i maggiori partiti. La quale, tuttavia non è per nulla scontata”.

Infine anche Mario Monti nel suo discorso sul 25 aprile si è richiamato ad uno sforzo comune delle forze politiche per uscire dalla crisi. Uno sforzo di unità come fu quello che i partiti antifascisti compirono all’indomani della Liberazione.

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