Buona richiesta per l’asta di Bot semestrali del Tesoro da 8,5 miliardi collocata oggi, ma i tassi sono in crescita all’1,7%. Le richieste sono state pari a 14,5 miliardi di euro contro un’offerta di 8,5, interamente collocata, e con un rapporto di 1,71 contro l’1,5 dell’asta di un mese fa.
I tassi medi sono ai massimi da gennaio ma comunque sotto le attese più pessimistiche della vigilia, che stimavano un rendimento fra l’1,7 e l’1,9%.
Dopo l’asta lo spread con il Bund, che questa mattina aveva rallentato, si riporta a 394 punti, vicino alla soglia psicologica dei 400.
Dopo un assaggio di rialzo, le Borse europee hanno accelerato al ribasso, già prima dei risultati ufficiali dell’asta. A Milano l’indice FtseMib scende dello 0,45% a quota 14.540, Parigi -0,73%, Francoforte -0,58%, Madrid -1,85%. Solo Londra avanza dello 0,39%.
I conti di Chrysler non bastano a sostenere lo sprint di Fiat, bruscamente scesa da +2,4% a -1,17% nell’attesa dei conti del Lingotto.
Gli utili netti di Chrysler sono più che quadruplicati nel primo trimestre del 2012, trainati soprattutto dalle vendite Usa (+40%), a 473 milioni di dollari. I ricavi sono saliti del 25%, a 16,4 miliardi di dollari dai 13,1 miliardi di un anno fa. Le vendite complessive sono aumentate del 33% a 523.000 unità.
Fiat Industrial (+0,96%) ancora in terreno positivo: anche qui le buone notizie arrivano dall’americana Cnh.
In grande spolvero Volkswagen (+4%) dopo i risultati del primo trimestre, superiori alle stime degli analisti: utile operativo di 3,2 miliardi (in crescita dai 2,9 miliardi di euro precedenti) a fronte di ricavi per 47,3 miliardi. In evidenza anche Volvo (+2,7%): il gruppo dei camion rivede al rialzo le stime sulle vendite in Europa.
Prende quota il rimbalzo di StM, che avanza del 2,5%. Eni (+0,1%) trae beneficio dall’accordo con Rostneft per mettere in produzione giacimenti nel Mare di Barents e nel Mar Nero. In ripresa anche Enel (+1,6%).
Finmeccanica (-4,1%) nel mirino, mentre s’intensifica il fuoco di fila mediatico sulle indagini per tangenti che vedono l’ad Giuseppe Orsi indagato per corruzione.
Mediaset perde il 3,45%% dopo che Citigroup ha abbassato il target price.
Anche le banche hanno azzerato i guadagni iniziali e ora sono tutte negative: Unicredit -1,97%, Pop.Milano -3,68, MontePaschi -1,38%, Ubi -1,87%, Intesa -1,04%, Banco Popolare -3,28%. Mediobanca -2,2%
Fra le small cap, corre Prelios, in rialzo del 12% dopo le indiscrezioni sulla possibile cessione di una serie di attività di servizi alla tedesca Bilfinger & Berger per una cifra vicina ai 200 milioni di euro.
Rallenta Telecom Italia Media (-2,8%) dopo il boom di ieri.