I prestiti delle banche torneranno a crescere solo alla fine dell’anno. Questa la previsione di Bankitalia nel Rapporto sulla stabilità finanziaria. “Le nostre stime indicano che la dinamica del credito dovrebbe risollevarsi nella parte finale del 2012 – si legge nel testo di Via Nazionale -. Il flusso di sofferenze in rapporto ai prestiti tornerebbe a ridursi nella seconda metà del 2012”.
La ripresa sarà possibile perché le banche italiane “dispongono ora di risorse liquide per fronteggiare passività in scadenza e per finanziare l’economia. La dotazione di collaterale è anch’essa assai ampia” e nel quadro dei sondaggi realizzati dall’Istituto centrale “le maggiori banche italiane hanno manifestato l’intenzione di impiegare parte dei fondi ottenuti dalla Bce per riavviare il credito a famiglie e imprese”. Il cammino verso la normalizzazione, in ogni caso, “dipenderà dalle condizioni del mercato dei titoli sovrani, dalla funzionalità del mercato internazionale dei capitali e dall’evoluzione congiunturale”.
DEBITO-PIL INIZIERA’ A CALARE GIA’ DAL 2013
“Nostre simulazioni – che ipotizzano la piena efficacia degli interventi governativi – si legge ancora nel rapporto -, mostrano che il rapporto debito-Pil comincerebbe a ridursi già nel 2013 anche qualora il costo del debito aumentasse e la crescita risultasse inferiore alle attese”.
CALA RICCHEZZA FAMIGLIE, MA I DEBITI RESTANO CONTENUTI
Secondo Bankitalia, “nei primi nove mesi del 2011 la ricchezza netta delle famiglie italiane è diminuita. Come nel resto dell’Europa, il calo si è concentrato nella componente finanziaria, soprattutto a causa della diminuzione dei prezzi di mercato delle attività finanziarie lorde, mentre la ricchezza reale è rimasta invece stabile. La ricchezza netta complessiva è prossima a circa 8 volte il reddito disponibile, un livello elevato nel confronto internazionale. E i debiti finanziari delle famiglie italiane in rapporto al reddito disponibile rimangono bassi nel confronto con gli altri principali Paesi”.
AVANTI CON LE RIFORME
“Nell’attuale fase di debolezza congiunturale e di volatilità dei mercati – sottolinea ancora Palazzo Koch – è essenziale proseguire, con rapidità e coerenza, nel vasto programma di riforme strutturali in grado di influire sulle aspettative di reddito futuro, senza le quali sarebbe più difficile rafforzare il consolidamento dei conti pubblici e cogliere le opportunità della ripresa globale”.