Sapienza, creatività e qualità. Se il Salone del mobile di Milano ha lasciato un messaggio alla produzione italiana del legnoarredo non potrebbe che essere letto in questi termini. Le storie raccontate da Marco Alfieri oggi su La Stampa ne sono un esempio. Per uscire dalla crisi del settore servono la maestria del nostro artigianato e la capacità di sapersi reinventare puntando su prodotti di alta qualità. Il mobile non è solo un’eccellenza italiana di settore. E’ un paradigma dell’intero sistema produttivo del Pese.
Da un lato ci sono le aziende che hanno puntato sull’innovazione del proprio prodotto, trovando acquirenti all’estero senza rinunciare alle radici territoriali della produzione. Come Carlo Molteni, che Alfieri definisce “un piccolo bignami della nostra economia”. Ma anche altri brand come Poliform, Moroso e Magi, aziende brianzole e trevigiane i cui prodotti hanno riscosso un notevole interesse. Il segreto è nella loro capacità di intuire design e estetica internazionale e attrarre l’attenzione oltreconfine. E l’export per rappresenta il 70% dei ricavi.
Ma molte aziende continuano a cercare soluzioni nel già asfittico mercato interno. E sono queste a pagare in termini più pesanti la crisi. Sono quelle abituate a lavorare sulla quantità. Nel trevigiano sono fallite dal 2008 oltre cento aziende.
Il mobile paradigma dell’industria manifatturiera e dell’Italia
Il Salone del mobile rilancia l’idea di una produzione italiana del legno-arredo che punti sulla qualità. Le aziende che meglio hanno risposto alla crisi sono quelle che hanno puntato su innovazione e design, una scelta apprezzata dagli acquirenti oltreconfine. Un paradigma produttivo che vuole diventare modello per il rilancio del manifatturiero in Italia