A febbraio le esportazioni del nostro Paese sono rimaste pressoché invariate rispetto al mese precedente (+0,1 in totale, +0,5% solo sui mercati extra Ue), mentre le le esportazioni sono cresciute dello 0,7% (+1,7% sui mercati Ue). Lo ha comunicato l’Istat, sottolineando però che su base annua i dati sono molto diversi: +7,3% per l’export (+11,8% sui mercati extra Ue) e +0,8% per l’import (+4,6% sempre al di fuori dell’Unione europea).
Nei primi due mesi dell’anno, la bilancia commerciale è positiva per 6,5 miliardi se calcolata al netto delle componenti energetiche. Considerando anche questi fattori, invece, il dato cala a -5,5 miliardi, comunque in miglioramento rispetto al deficit di oltre 9 miliardi dell’anno precedente.
La crescita congiunturale dell’export è più sostenuta per i beni di consumo durevoli (+2,2%) e non durevoli (+1,6%) e negativa per i prodotti energetici (-8,2%). Sul fronte dell’import si rileva un aumento significativo per l’energia (+2,8%). Nell’ultimo trimestre le esportazioni registrano una crescita congiunturale del 2,1%, con un incremento rilevante per i prodotti energetici (+17,9%). Per gli acquisti si osserva una flessione dell’1,6%, più accentuata per i mercati Ue (-2,0%) e per i prodotti intermedi (-4,2%).
I volumi esportati sono aumentati del 2,1% rispetto a febbraio 2011, mentre quelli importati sono diminuiti del 5,8%. I raggruppamenti principali di industrie più dinamici, rispetto a febbraio 2011, sono stati i beni di consumo non durevoli e i prodotti energetici, sia nell’export sia nell’import.
A febbraio la crescita dell’export è stata trainata dalle vendite di prodotti in metallo verso la Svizzera, di macchinari e apparecchi verso Stati Uniti e Germania, di prodotti petroliferi raffinati verso i paesi Opec e di articoli farmaceutici verso la Francia.
Il petrolio greggio e il gas naturale dai paesi Opec, il gas naturale e i prodotti petroliferi raffinati dalla Russia e il gas naturale dai Paesi Bassi forniscono il maggior impulso alla crescita delle importazioni.