Commissioni bancarie: gli istituti di credito si difendono attaccando. E non mancando di rispondere, seppur indirettamente, alle critiche della Confindustria sulla ristrettezza del credito e sugli elevati tassi praticati. E’ lo stesso presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari, in commissione Industria del Senato a puntualizzare che le banche, per colpa della generale crisi, devono affrontare una riduzione di redditivita’, ma che comunque “nonostante la profondita’ della recessione è stato evitato il credit crunch”. E con puntiglio sottolinea anche gli interventi finanziari per le imprese. Ma detto questo, Mussari puntualizza che se da un lato “e’ essenziale sottoporre le imrpese bancarie a un giusto set di regole, che devono riguardare tre ambiti specifici: stabilita’, trasparenza e correttezza, concorrenza”, dall’altro però “al di fuori di queste regole, le banche come tutte le altre imprese devono essere libere di gestire i propri costi e i propri ricavi, senza vincoli amministrativi, prezzi amministrati o obbligo di erogazione gratutia di servizi”, scandisce. “Queste misure, oltre a essere contrarie al principio della liberta’ d’impresa, ai principi comunitari di libera circolazione dei servizi in Europa si traducono in un danno per l’economia italiana”.
Credito – In un quadro “tra i peggiori degli ultimi decenni”, le banche evidenziano una “strutturale riduzione della generazione di redditività”, puntualizza Mussari, il rendimento sul capitale proprio investito e’ tornato sui livelli della meta’ degli anni ’90. Ma il credit crunch e’ stato evitato. Le banche hanno continuato a impegnare risorse: tra il 2000 e il 2009 il tasso medio annuo di crescita degli impieghi a imprese e famiglie e’ stato pari a +7,8%. E anche se nel 2011 c’e’ stato un rallentamento, gli impieghi hanno comunque continuato a cresce: +3,6% a dicembre 2011. Un rallentamento “da mettere in relazione anche a una forte caduta della domanda di prestiti”. “Il sostegno di imprese e famiglie da parte delle banche, anche in questo snodo difficile di nuova recessione, e’ assicurato”.
Imprese – Nonostante “la virulenza” della crisi dei debiti sovrani, non si e’ interrota l’azione a favore delle imprese. E Mussari, ricordate le cifre, ricorda come gli interventi finanziari pervisti per le imprese siiano di 3 tipi: 1) operazioni di sospensione dei pagamenti; 2) operazioni di allungamento dei finanziamenti; 3) operazioni per promuovere la ripresa e lo sviluppo delle attivita’.
Banche – Gli istituti di credito “non hanno caussato la crisi, me ne subiscono gli effetti”, sostiene Mussari. E se da un lato “e’ essenziale sottoporre le imprese bancarie a un giusto set di regole”, dall’altro però devono essere libere da vincoli. E se le banche devono attrezzarsi per rispondere meglio ai cambiamenti della domanda, fronteggiare la maggiore concorrenza degli operatori non bancari, avviare processi di ristrutturazione e “riflettere sulle cause che determinato una percezione negativa del loro operatore”- ammette il presidente dell’Abi – “altri passi pero’ competono alle istituzioni”. E i riferimenti sono precisi: un quadro normativo internazionale e nazionale; la rimozione dei divari normativi a livello comunitari; la creazione di un giusto equilibrio tra evoluzione legislativa e costi delle compliance per le banche; una piu’ attenta analisi di impatto delle normative.
Insomma – e’ la conclusione di Mussari – perche’ si possa crescere insieme “e’ necessario un insieme di condizioni tra cui un coerente quadro regolamentare e normativo interno e internazionale”. E in questo ambito, l’Abi esprime “apprezzamento” per il decreto che reintroduce le commissioni bancarie.