In America la chiamano “nanny”, in italiano si traduce con bambinaia, ma nel linguaggio comune è la mitica e inossidabile “tata”. Figura sempre più rara e preziosa, in tempi di crisi, ma non per le famiglie benestanti di New York: lì infatti è un mestiere tuttora gettonatissimo e soprattutto molto ben pagato.
A far luce sul fenomeno è il New York Times, in un articolo sull’economia delle balie: secondo l’autore del pezzo, il columnist Adam Davidson, le tate arrivano a guadagnare, nelle famiglie ricche, anche 100mila dollari all’anno. Come mai così tanto? Perchè il compito, già impegnativo di suo, richiede ultimamente sempre più “specializzazioni”. Lo spiega sul NYT Seth Greenberg Norman dell’Agenzia Pavillion, specializzata in reclutamento di bambinaie per le famiglie benestanti, elencando alcune abilità speciali che i suoi clienti hanno espressamente richiesto nelle loro “nannies”.
Ecco secondo la Norman le 7 abilità più bizzarre, chiamandole per nome:
1- The “Greztky” (dal nome di una leggenda dell’hockey): insegnare l’hockey su ghiaccio ai bambini e saper guidare una Zamboni (la macchina che livella il ghiaccio nei palazzetti di Usa e Canada, ndr) intorno a una pista di pattinaggio privata;
2- The “Gunslinger”: sparare con una pistola in aria per spaventare gli orsi in una tenuta di campagna;
3- The “Skipper”: portare passeggeri su un’isola privata al timone di un motoscafo di 32 piedi;
4- The “Laundress” (la lavandaia): Lavare e stirare fino a una cinquantina di lenzuola e tovaglie al giorno;
5- The “Curator”: gestire una collezione d’arte in casa e in vari musei e gallerie;
6- The “Accountant” (la ragioniera): lavorare in contatto con banchieri e broker per dare al datore di lavoro una sintesi delle sue attività finanziarie giornaliere;
7- The “Gourmet Chef”: preparare una cena-gourmet da quattro portate.
Interessante anche la lettura del columnist sulle motivazioni del fenomeno. Ne emerge il quadro di una classe agiata, soprattutto quella dei cosiddetti “nuovi ricchi”, che non bada a spese pur di inserire i loro figli in un contesto di elevazione sociale, che parte sempre di più dalle “fondamenta”: ovvero, fra le altre cose, dalla scelta di una balia brillante, adeguata alle esigenze e ai vizi della famiglia e da presentare e far vestire in un certo modo. Davidson definisce il mercato delle tate un “bene di convinzione”, termine economico per indicare qualcosa il cui vero valore non può mai essere abbastanza determinato. Qualcosa che si è più propensi a pagare più del dovuto per una buona credibilità, nella speranza che un costo più elevato aumenti la probabilità di un beneficio. Come appunto quello che per i ricchi newyorchesi è fondamentale: avere la nanny migliore di tutte.