Anzitutto grazie. Per averci fatto vivere una serata di calcio così intensa, vibrante, emozionante, in poche parole bella. Dopo 120 minuti di battaglia (sportiva s’intende), sorride la Juventus, che vola in finale di Coppa Italia e lancia l’ennesimo segnale al popolo calcistico italiano. Innegabili i meriti dei bianconeri, capaci di mordere il Diavolo proprio nel suo momento migliore, ma questi non devono oscurare quelli del Milan, che, in barba al calendario, ha deciso di onorare la coppa fino alla fine. Se il calcio italiano ha prodotto una serata di così alto livello (chissà all’estero cosa ne pensano…), è stato anche merito dello “Juventus Stadium”, pieno fino all’orlo, che ha fatto dimenticare a tutti (noi compresi) che si giocava “solo” per la coppa Italia. La serata di Torino non ci ha fatto mancare niente: dalla favola Del Piero al ritorno in campo di Inzaghi, dalla perla di Maxi Lopez a quella di Vucinic, passato in meno di un mese dai fischi alla standing ovation. Ma quello che ci resta negli occhi dopo una partita del genere è il fair play, totalmente dimenticato nell’ultima gara di “San Siro” (anche in tribuna d’onore) e grande protagonista allo “Juventus Stadium”. Juve e Milan ci hanno regalato una notte di splendido calcio, quello che serviva per chiudere la stagione senza veleni.
LA PARTITA
Formazioni della vigilia quasi confermate. Conte sceglie il 4-3-3, con Vucinic e Pepe a supporto di Capitan Del Piero, probabilmente all’ultima partita della sua carriera contro il Milan. Allegri lancia Ibrahimovic dal primo minuto, la novità è Seedorf davanti alla difesa con Nocerino in panchina. Pronti via ed è subito spettacolo: ritmo alto, Milan in attacco e Juventus rapace nelle ripartenze. Proprio da una di queste arriva il vantaggio bianconero e a realizzarlo, guarda un po’, è Alex Del Piero. Questa volta niente tiro a giro sotto l’incrocio dei pali, ma zampata sottomisura da vecchia volpe dell’area di rigore. Il Capitano sfodera la linguaccia dei tempi migliori, i 40mila sugli spalti vanno letteralmente in brodo di giuggiole. A prendere per mano la Juve però, non è Del Piero ma Vucinic. E’ proprio vero che il calcio è strano: appena un mese fa il montenegrino veniva fischiato dal pubblico di Torino, poi è arrivato il gol di Bologna e come per magia si è rivisto il campione ammirato a Roma.
L’ex giallorosso devasta la fascia sinistra ogni volta che parte, ne sa qualcosa Aquilani che al 35° lo stende per frustrazione. Il primo tempo finisce con la Juve sugli scudi, tanto che la scelta di Allegri di togliere Ibrahimovic per Maxi Lopez sembra una dichiarazione di resa. Invece si rivela la mossa vincente. Senza lo svedese, macchinoso e prevedibile (ma aveva mal di schiena), i rossoneri alzano il baricentro e si guadagnano terreno verso la porta di Storari. A cambiare l’inerzia del match è Mesbah, che approfittando di un errore di Pepe, realizza il gol del pareggio. Il Milan rientra in partita, ora per andare ai supplementari basta solo una rete. La partita si accende del tutto, ogni azione sembra quella buona per vedere un gol, da ambo le parti. Al 80° però, arriva la magia di Maxi Lopez, che salta Chiellini, infila Storari sotto la traversa e regala al popolo rossonero un sogno insperato. A dire il vero Borriello, entrato al posto di Del Piero, potrebbe rimettere la Juve in carreggiata, ma il suo destro è lento e prevedibile e Amelia ringrazia. Male anche stavolta l’ex romanista, che a giugno verrà rispedito nella capitale.
La Juve sembra alle corde, il Milan sembra un pugile pronto a mettere ko l’avversario e invece ai supplementari cambia tutto. Maxi Lopez ha un problema al polpaccio, Inzaghi (entrato per El Shaarawy) ha i crampi allo stomaco, la Juve invece vola. Marchisio sfiora il gol a porta vuota, Giaccherini viene fermato solo da una splendida uscita di Amelia, Caceres rischia di ripetere il gioiello dell’andata. E’ solo il preludio alla rete della Juve, che arriva al 96° grazie ad una genialata di Vucinic. Il montenegrino stoppa il pallone fuori dall’area, guarda Amelia e lo trafigge con un destro che finisce esattamente all’incrocio dei pali. Da lì in poi sono solo nervi (ma senza falli cattivi) e palle lunghe a cercare le punte: le due squadre non ce la fanno più. Al fischio finale di Orsato (complimenti doverosi anche a lui!) lo “Juventus Stadium” esplode: i bianconeri sono in finale di Coppa Italia, dove affronteranno una tra Napoli e Siena.