La lotta all’evasione fiscale passa anche attraverso l’Iva. E allora, che fine hanno fatto gli “incroci” tra gli elenchi dei fornitori e dei clienti? A porre il quesito e’ il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, che si rivolge a Mario Monti nella sua veste di Ministro dell’Economia.
Bersani ricorda come con decreto del luglio 2006 sia stato previsto l’obbligo di presentazione telematica degli elenchi annuali dei clienti verso i quali era stata emessa fattura e dei fornitori titolari di partita Iva. Obbligo operante per gli anni 2006 e 2007, ma eliminato successivamente con decreto del 2008. Poi, con un successivo decreto del maggio 2010, e’ stato previsto l’obbligo di comunicare telematicamente all’Agenzia delle Entrate le operazioni rilevanti ai fini Iva.
Ma, a proposito di quest’ultimo obbligo, Bersani sottolinea come in realtà “e’ stato in gran parte disapplicato dall’Agenzia, che ha fissato la soglia a 25 mila euro e ha escluso le operazioni non soggette all’obbligo di fatturazione”. Fatta questa sottolineatura, Bersani a Monti chiede quale uso sia stato fatto dei dati contenuti negli elenchi clienti e fornitori per gli anni 2006-2007, e se siano stati fatti incroci per individuare le evasioni fiscali e quali risultati ne sono conseguiti.
Perche’- domanda ancora il segretario del Pd- il governo non ha assunto iniziative per prevedere la reintroduzione dell’elenco, in considerazine del fatto che “dopo l’eliminazione dell’obbligo degli elenchi, l’effetto degli studi di settore sembra essersi notevolmente indebolito anche a causa della facile occultabilità di una parte degli acquisti di beni e servizi”?