Il Pew’s Project for Excellence in Journalism ha diffuso una interessante ricerca sullo stato dei giornali americani. Le notizie, a prima vista, non sembrano come al solito buone. Per ogni dollaro che i 38 quotidiani presi in esame guadagnano dalle attività online, ne perdono 7 da quelle su carta. I ricavi del digitale sono ancora lontani dal coprire gli alti costi della qualità e nessuno ha ancora trovato una soluzione. Ma i quotidiani sopravviveranno, saranno solo ridimensionati nello staff e nell’area di distribuzione.
Nelle redazioni, nota poi il Pew’s Project, è ricominciata la guerra tra i giornalisti fautori dell’online e quelli della carta. Poiché le risorse disponibili diminuiscono, si lotta e si discute animatamente per decidere a chi debbano andare. Gli esperti del centro di ricerche suggeriscono di farla finita una volta per tutte con queste battaglie di retroguardia, mettendo al potere gli uomini e le donne dell’online e relegando a ruoli secondari quelli che vengono dalla carta. E’ ora di finirla, sostengono, con l’ostracismo nei confronti degli innovatori, ai quali va lasciato campo libero.
Ma la notizia più interessante e positiva dell’indagine è che sempre più giornali hanno alzato barriere di pagamento online a difesa dei loro contenuti. Il modello del New York Times, che concede libero accesso a un numero limitato di articoli e richiede un pagamento se si vogliono consultare più servizi, è sempre più imitato. News Corp di Rupert Murdoch pensa di adottare lo stesso sistema, come faranno il Gruppo Gannett e tante altre catene di giornali locali. Finalmente, editori e giornalisti si sono resi conto che distribuire online gratuitamente i loro contenuti distrugge il prodotto su carta senza realizzare guadagni adeguati dalla raccolta pubblicitaria. Invece di avviarsi al suicidio, hanno rialzato la testa e ripreso a combattere. Se proprio si dovrà morire, meglio farlo almeno in modo dignitoso