Alla vigilia del Mido, l’importante kermesse mondiale dedicata al mondo degli occhiali, che si terrà dall’11 al 13 marzo alla Fiera di Milano-Rho, qual è lo stato di salute del settore in Italia?
Stando ai dati diffusi da Gfk, Istituto specializzato negli studi di mercato, e da Anfao (Associazione Nazionale Fabbricanti Articoli Ottici), il bilancio è in chiaroscuro: molto positivo il 2011, che chiude con un valore di produzione di 2,65 miliardi di euro (+8,2%), trainato dalla forte crescita delle esportazioni (+10,9%); meno buone invece le previsioni per l’anno in corso, che si preannuncia difficile.
“Mentre quello passato è stato un anno di stabilizzazione – ha dichiarato Cirillo Marcolin, presidente di Mido e di Anfao -, il 2012 si annuncia difficile, come anticipato già dagli ultimi mesi del 2011. Questo ci richiede di essere prudenti, mentre le aziende dovranno cambiare passo”.
A preoccupare è soprattutto il calo previsto del Pil, al cui proposito Marcolin lancia un appello al governo Monti: “C’è una maggiore fiducia rispetto al debito pubblico – spiega il presidente di MIDO -, grazie alle misure di risanamento e contro gli sprechi. Ma non bisogna deprimere le iniziative. Il governo deve fare la sua parte per favorire una ripresa della fiducia e dei consumi, ma anche supportare le nostre imprese all’estero”.
Prima di fasciarsi la testa, però, l’occhialeria italiana prende atto di un buon 2011. Ad incidere sulla crescita della produzione settore, come detto, è stato l’andamento eccellente delle esportazioni che rappresentano il 90% del fatturato, che si è attestato a 2,45 miliardi di euro trainato soprattutto dai segmenti occhiali da sole (+12,7%) e montature (+8,1%), con una crescita media mensile del 15% nel primo semestre e del 7% nel secondo. L’Europa rimane il mercato di riferimento con una quota di oltre il 50%. La quota export verso l’America si è attestata al 28%, mentre l’Asia accoglie ormai il 18% delle esportazioni italiane.
Soprattutto, non tramonta il brand Italia nella fascia di alta qualità: le aziende dello Stivale rappresentano il 27% della produzione mondiale e questa quota sale al 70% se si considera solo il mercato di alta gamma.
Ma la vera novità riguarda invece l’Europa, dove il fatturato del sell-out nei principali quattro mercati (Italia, Francia, Germania, Spagna) si è attestato oltre i 15 miliardi di euro, in crescita dell’1,9% grazie alla performance che non ti aspetti: la Germania (+4,5%). E tramite la vendita del prodotto che in teoria meno si dovrebbe addire al clima teutonico: gli occhiali da sole (+5,3%).
La chiave di lettura del curioso fenomeno la dà Gianni Cossar, Global Director della divisione ottica del gruppo GFK: “Rispetto agli altri beni durevoli, il mercato dell’ottica è sostanzialmente sano e solido. Nel 2011, c’è stata la sorpresa del mercato tedesco, che pesa il 31,7% sul totale di questi 4 paesi e la cui crescita è stata trainata dal boom delle vendite di occhiali da sole con un +42%, soprattutto da parte di un pubblico giovane”. Se persino in Germania iniziano a vedere il sole, l’industria degli occhiali non ha proprio di che preoccuparsi.