Scade oggi alle 21 il termine per l’adesione allo swap greco. Siamo al punto di svolta, come indicato ieri da Charles Dallara, capo negoziatore per l’Institute of International Finance (Iif)? Per ora i mercati sembrano crederci. I listini europei ieri sono tornati a respirare, anche Wall Street ha chiuso con il segno più, sostenuta dai positivi dati sull’occupazione Usa del settore privato. Oggi a Tokyo il Nikkei è balzato del 2,01%, con un rally finale a 9.768,96, beneficiando dell’indebolimento dello yen dopo il deficit record delle partite correnti dal Giappone, ai massimi dal 1985.
OCCHI ALLO SWAP GRECO
Il punto di svolta è arrivato con l’aumento dell’adesione allo swap dal 39% al 58% che ha coinvolto 30 importanti istituti privati e anche la gran parte dei fondi pensioni greci. Tra gli istituti italiani hanno aderito Banca Generali, Intesa SanPaolo e Unicredit. Ma l’attenzione rimane alta perché è necessario che si arrivi a una soglia del 90%. Altrimenti la Grecia ha minacciato che non pagherà i bond di diritto internazionale mentre userà le calusole di azione collettiva per i bond di diritto greco, costringengoli di fatto ad aderire allo swap. Un evento che, secondo le regole dell’isda, farebbe scattare il pagamento dei cds. Dalla Germania è la banca tedesca per lo sviluppo Kfw, di proprietà dello Stato federale, a suggerire la prudenza: i segni colti finora sul mercato finanziario internazionale – ha detto il presidente – lasciano presagire che i privati non parteciperanno in misura sufficiente allo swap del debito greco, aprendo di fatto la strada al default.
Ieri sera è arrivato l’appello del Commissario Ue agli Affari economici, Olli Rehn: “E’ importante che tutti gli investitori riconoscano che l’Europa è impegnata con il massimo dei fondi disponibili a questo scambio volontario del debito (greco) e che una partecipazione piena è necessaria perché il programma greco (di risanamento) vada avanti”, ha detto Rehn che ha aggiunto: “Un contributo, quello dei privati, indispensabile per assicurare la sostenibilità futura del debito greco”, “decisivo alla stabilità finanziaria dell’area euro nel suo insieme”.
S&P PROMUOVE L’ITALIA
Per S&P è comunque difficile un fallimento della Grecia: ”Nonostante sia ad un passo dall’abisso, la possibilità che vada in fallimento è difficile”, ha rassicurato John Chambers, direttore per i debiti sovrani di Standard & Poor’s. Ma è da Standard & Poor’s che a sorpresa è arrivato un apprezzamento per l’Italia che ancora ieri ha guidato i rialzi delle piazze europee (Il Ftse Mib +1,12%, il Cac sale dello 0,89%, il Dax dello 0,57% e il Ftse 100 dello 0,44%). “Se guardiamo a quello che ha fatto l’Italia in pochi mesi non possiamo che essere sorpresi”, ha affermato il capo economista Jean-Michel Six. “Il 2012 sarà un anno molto pericoloso -ha aggiunto -, dobbiamo vedere cosa succederà nei mercati emergenti ma non voglio dare un’immagine troppo cupa: ci sono anche situazioni di positivà come l’Italia”. Ieri lo spread ha chiuso a 316,7 punti con un rendimento al 4,94%. Oggi è poi in agenda la decisione dei tassi della Bce.
LA CINA VERSO L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLO YUAN
La Cina riporta il Financial Times intende estendere i prestiti in renminbi agli altri Paesi Bric per fare un ulteriore passo avanti per l’nternazionalizzazione della sua valuta. La China Development Bank firmerà un memorandum of understanding a New Delhi con Brasile, Russia e Sud Africa e renderà disponibili prestiti in renminbi e non solo in dollari con l’obiettivo di spingere il commercio tra questi Paesi e promuovere l’uso della valuta per il commercio internazionale al posto dei dollari
PER IL BANCO SI ALLONTANA IL RISCHIO AUMENTO
PREMAFIN CHIEDE AI CONSIGLIERI DI FONSAI DI RICONSIDERARE L’AUMENTO
A Piazza Affari rimbalzano le banche dopo i forti cali di ieri. Banco popolare brilla con +7%, dopo che un report di Equita Sim ha posto gli accenti su un minor rischio di aumento di capitale. Grazie al miglioramento dello spread, il mercato scommette che la situazione possa migliorare per quegli istituti che devono rafforzare il capitale entro giugno per conformarsi ai diktat Eba. Bpm sale del 4,74% e Mps del +3,60%. A Siena la Fondazione ha ottenuto il via libera formale dal Tesoro alla vendita del pacchetto di azioni della banca. Bene anche Unicredit +3,14%, dove si gioca la partita per il candidato alla successione di Dieter Rampl. A Piazza Cordusio si è svolto il vertice tra le Fondazioni azioniste e un incontro del comitato governante e il compito di sondare gli umori degli azionisti è affidato a Federico Ghizzoni. Fra i nomi che circolano, figurano due economisti come l’ex presidente di Borsa Italiana, Angelo Tantazzi, e l’ex presidente dell’Eni e dell’Iri, Gian Maria Gros-Pietro.
Girandola di incontri anche per Premafin che balza del 8,42%. Ieri si è tenuto il cda della holding che ha confermato di avere chiesto agli amministratori di Fondiaria-Sai (+5,20%) di valutare la possibilità di una riduzione dell’aumento di capitale annunciato da 1,1 miliardi sulla base di un aggiornamento dei margini di solvibilità, grazie al positivo andamento dei mercati e al buon andamento gestionale di Fondiaria Sai nei primi mesi dell’anno. Premafin ha anche dato mandato al commercialista Ezio Maria Simonelli, insieme al professore della Bocconi Stefano Caselli, per la certificazione della ragionevolezza del piano di risanamento della finanziaria in corso di approntamento e ha ampliato l’incarico a Maurizio Dallocchio anche all’assistenza nel processo di impairment test e valutazione ai fini di bilancio della partecipazione diretta e indiretta detenuta dalla finanziaria in Fondiaria Sai. Dallocchio aveva già mandato per la valutazione dei rapporti di concambio della prospettata fusione con Unipol e la congruità del prezzo di emissione del deliberando aumento di capitale Premafin.
Oggi però scade la proposta di Matteo Arpe di Sator e Roberto Meneguzzo di Palladio, che sono stati visti uscire da una delle sedi milanesi di Palladio, e che hanno sollecitato Premafin a prendere una posizione formale all’offerta.