Quando il social network si fa donna. E comunica solo attraverso le immagini. E’ Pinterest, la piattaforma emergente il cui nome nasce dalla fusione delle parole “pin” (puntina, con cui si appiccicano i post sulle bacheche in compensato virtuale) e “interest”, e che rappresenta l’ultima evoluzione del linguaggio del web: dalle infinite parole di Facebook, ai 140 caratteri di Twitter, per arrivare appunto alla comunicazione tramite foto e immagini.
Ma la vera rivoluzione è proprio l’impressionante quota rosa di questa social pinboard (social bacheca, come viene definita da più parti): il 97% degli utenti è infatti di sesso femminile, la maggior parte giovani tra i 25 e i 34 anni, ma anche mamme e casalinghe. E per lo più benestanti, stando alla recente ricerca di ComScore. Che sia un nuovo modello radical-chic al femminile? Per ora non è dato saperlo, l’unica certezza è che Pinterest, come ha scritto il Guardian, è al momento “a man-free zone” (come descritto dalle stesse linee guida del sito: “Le persone usano le bacheche per programmare i proprio matrimoni, decorare le loro case e condividere le ricette preferite”), e la sua ascesa non è un fuoco di paglia.
Tanto è vero che tra i pochi uomini ad averlo capito c’è proprio quel Mark Zuckerberg creatore del network da quasi un miliardo di iscritti, che, incuriosito dalla novità, si è iscritto pure lui. Ma è solo curiosità, o Pinterest cresce così tanto da insidiare persino la leadership dei grandi? A gennaio gli utenti hanno sfiorato i 12 milioni, contro i 7,5 del mese precedente (con un balzo in avanti del 4.000% in un anno!), mentre i visitatori attivi sono stati 13mila, ancora ben lontani dagli 800mila di Facebook e gli 181mila di Twitter ma superiori, quanto a tempo trascorso sulla piattaforma (in media 89 minuti al mese), a LinkedIn (17 minuti), allo stesso Twitter (21), a Myspace (8) e all’anonimo Google Plus con appena 2,5 minuti dedicati a gennaio dagli attuali 88mila utenti attivi.
Mentre l’egemonia di Facebook sembra difficilmente contrastabile, il social network targato Google è in netto calo (soprattutto nel Regno Unito) e potrebbe davvero essere insidiato dall’ascesa di Pinterest. Lo ha sottolineato anche David Cohen, vice presidente esecutivo di Universal McCann, società che si occupa di marketing: “Google+ non ha la stessa risonanza che hanno attualmente Facebook, Twitter e persino Pinterest”.
Se si considera che per avere acceso a Pinterest c’è ancora bisogno di un invito via mail successivo alla richiesta, si può immaginare che la curva di utenti possa ulteriormente crescere quando sarà operativo per tutti anche in mobilità. Tant’è vero che già fioccano i tentativi di imitazione: pochi giorni fa è infatti nato Pingram.me, il sito che unisce l’interfaccia di Pinterest con l’applicazione per foto Instagram (altra vera ossessione contemporanea, anche questa soprattutto femminile), realizzato dall’italiano Gennaro Varriale e che già sta facendo il giro del mondo.
Ma a capire ancora prima di lui la nuova passione femminile sono stati, guarda caso, due uomini: si chiamano Ben Silbermann e Evan Sharp, hanno rispettivamente 29 e 28 anni, e sono i co-fondatori di Pinterest.
“Parole, parole, parole”, cantava già Mina mezzo secolo fa. Troppe parole fanno male, nel terzo millennio le donne preferiscono la concretezza e l’immediatezza di un’immagine o di un video. Dalle parole ai fatti: oggi è l’8 marzo, gli uomini sono avvisati.