L’indice regionale delle borse asiatiche Msci è in ritirata di circa l’1%, ed è probabile che questa settimana veda finalmente un arretramento delle quotazioni, dopo 11 settimane consecutive di crescita.
Ora che le acque si sono un po’ acquietate sul fronte europeo (ma potrebbero agitarsi di nuovo quando saranno note le percentuali di adesione all’accordo fra Grecia e creditori privati), i mercati hanno bisogno di un altro tormentone su cui costruire alti e bassi, e il posto è stato preso dall’economia cinese. Dato che l’abbrivio della seconda economia del mondo è essenziale per mantenere il ciclo internazionale sulla retta via, ogni segno di défaillance è guardato con ansia, e il fatto che lo stesso governo cinese abbia abbassato i traguardi di crescita per quest’anno a un ‘misero’ (?) 7,5% ha turbato i sonni degli operatori.
L’euro si è indebolito, in attesa dei dati di stamattina sulle vendite al dettaglio, ma si mantiene in zona 1,32. Bene il dollaro: il dato di oggi, sulle prospettive dei servizi (indice Pmi) confermerà con ogni probabilità un livello vicino a 56, segno di una continua crescita del settore terziario.