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“Stars and Stripes”, tempi duri anche per i giornali militari

GIORNALISMO WEB – Tempi di crisi anche per “Stars and Stripes”, il giornale delle forze armate americane – La ritirata dall’Iraq è costata 120mila lettori in meno – L’unica soluzione: trasferire la redazione alla base militare di Fort Meade, mettendo però in rischio l’indipendenza dei giornalisti – Unica soluzione: rinunciare alla carta e passare all’online

“Stars and Stripes”, tempi duri anche per i giornali militari

“Stars and Stripes”, il glorioso giornale delle forze armate americane, non se la passa meglio dei suoi colleghi civili. Fondato nel 1861 durante la Guerra di Secessione, ha inviato propri giornalisti a seguire tutti i conflitti nei quali sono stati impiegati soldati americani, mantenendo una indipendenza di giudizio che ha spesso messo in difficoltà il Pentagono.

Ma anche sui campi di battaglia i tempi sono cambiati. I costi della spedizione di centinaia di migliaia di copie del giornale cartaceo in tutte le basi degli Stati Uniti nel mondo non sono più sostenibili e, come avviene per tutti gli altri quotidiani, i lettori e la pubblicità diminuiscono. La colpa non è della qualità del reporting, che resta elevata, ma del fatto che il presidente Obama  ha ritirato le truppe dall’Iraq e lo sta facendo dall’Afghanistan, e sta riducendo la presenza di militari dovunque nel mondo. Solo la ritirata dall’Iraq è costata a “Stars and Stripes” 120mila lettori, molto difficili da recuperare se non scoppia un’altra guerra. 

Così, anche per il quotidiano delle Forze Armate è arrivato il momento dei tagli. La sede del giornale sarà spostata dall’elegante National Press Building di Washington alla base militare di Fort Meade nel Maryland per risparmiare un milione di dollari di affitto all’anno. Gli 80 giornalisti della redazione stanno protestando in questi giorni contro il trasferimento, sostenendo che lavorare in una base militare comporterà inevitabili pressioni degli alti ufficiali che metteranno a rischio l’indipendenza del giornale. Forse in questa preoccupazione c’è un po’ di verità, ma chiunque protesterebbe se dovesse essere costretto a lasciare Washington per andare a vivere con moglie e figli a Fort Meade.

Ma non ci sono molte altre alternative. Gli abbonamenti e la pubblicità coprono solo il 52% delle spese del giornale, mandare inviati in giro per il mondo costa e ci sarà sempre più bisogno di fondi pubblici per ripianare i bilanci. In redazione, come in tutte le altre redazioni, si fanno dunque grandi progetti per il passaggio al web: dopo la battaglia, anche i soldati si collegano a Internet e non c’è più bisogno che nella loro base arrivi un camion a scaricare decine di chili di carta. E i veterani che stanno a casa, spesso solo e dimenticati, saranno i più felici della transizione all’online.

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