La lotta all’evasione fiscale coinvolgera’ tutte le province italiane: parola del comandante generale della Guardia di Finanza, Nino Di Paolo, sentito alla Camera, in commissione Finanze. I controlli di questi ultimi mesi, da Cortina a Napoli, ”non sono una novità” e nei prossimi mesi ”sono gia’ stati programmati” controlli come quelli fatti a Cortina, ”in tutte le province italiane, a fianco dell’ordinaria e quotidiana azione ispettiva”, ha detto. ”Dobbiamo migliorare la qualita’ e l’efficienza dei controlli – ha aggiunto – ma le verifiche di massa non sono un’eccezione”. inoltre nel corso del 2012 ci sarà “un rafforzamento strutturale delle potenzialità dei maggiori nuclei di Polizia tributaria sul territorio nazionale, nonchè un maggior coinvolgimento operativo dei reparti speciali nei settori di competenza”.
L’occasione e’ servita per fare il punto e per avanzare anche qualche proposta. Negli ultimi cinque anni la Guardia di finanza ha eseguito oltre due milioni e mezzo di controlli sull’emissione di scontrini e ricevute fiscali, “sia in maniera mirata, sia nell’ambito di piu’ ampi interventi coordinati sul territorio”, i cosiddetti “controlli a massa”. E sempre negli ultimi 5 anni, la Gdf ha denunciato ogni anno oltre 5.500 persone per fatture false, una delle frodi ”piu’ insidiose e diffuse”, per un danno alle casse dell’erario di circa 2,5 miliardi, il 40% del totale dell’imposta evasa e scoperta ogni anno. ”C’e’ un’ampia evasione di massa – ha aggiunto Di Paolo – riconducibile a lavoratori autonomi e piccole imprese”. Non solo evasione, ma anche strozzinaggio. “La crisi ha accentuato il fenomeno usura”, ha confermato il comandante generale della Guardia di Finanza, “non esiste piu’ il solito ‘strozzino’, esistono centri che si mettono in parallelo con la ristrettezza del credito bancario”. L’anno scorso le Fiamme Gialle hanno denunciato 536 persone per i reati di usura ed estorsione e sequestrato beni per oltre 25 milioni di euro.
Di fronte ai componenti della commissione Finanze di Montecitorio, Di Paolo ha anche avanzato qualche suggerimento contro le cosiddette “frodi carosello” (meccanismi di frode Iva che consistono in operazioni di acquisto e vendita di beni e/o prestazioni di servizi tra paesi aderenti alla Comunità Europea e che culminano nella richiesta di rimborso dell’Iva assolta all’estero). Di Paolo ha suggerito di introdurre la punibilita’ del tentativo del delitto di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture false. Non solo: “Per migliorare l’efficacia del contrasto patrimoniale al crimine finanziario, si potrebbe valutare l’opportunita’ di inserire i reati tributari tra i delitti presupposto per l’applicazione del sequestro ‘per sproporzione’ dei patrimoni che non trovano capienza nei redditi dichiarati. Grazie a questo istituto, gia’ operante per una serie di reati, tra cui il contrabbando, il peculato, la corruzione e la concussione – ha spiegato ancora Di Paolo- e’ disposta la confisca, nei casi di condanna o di patteggiamento per i delitti specificatamente individuati dal legislatore, delle disponibilita’ finanziarie e patrimoniali di cui il condannato non possa giustificare la provenienza e di cui, anche per interposta persona fisica o giuridica, risulti essere titolare o avere la disponibilita’ a qualsiasi titolo, in valore sproporzionato al reddito dichiarato ai fini delle imposte sul reddito o alla propria attivita’ economica”.
Dito puntato anche contro lo “spallonaggio”, fenomeno dalle cifre consistenti e che “non va sottovalutato: sta vivendo un periodo assai florido, con una valigetta ’24 ore’ è possibile trasportare agevolmente fino a 6 milioni di euro in banconote da 500 euro”. Ma Di Paolo assicura: i controlli contro l’evasione fiscale di massa ”non faranno sconti a nessuno”.