L’analisi mensile del Centro studi di Confindustria sulla congiuntura evidenzia una crisi ancora persistente, ma con segnali meno pessimisti rispetto alla stime di questi ultimi mesi.
Stanno dunque emergendo i primi segnali di schiarita, anche se l’epicentro delle difficoltà rimane sempre l’eurozona, dove la recessione si sta però rivelando meno profonda e lunga del temuto.
In Germania infatti il manifatturiero sta ripartendo, con i giudizi sugli ordini esteri diventati meno negativi (ma sono molto deboli le commesse dal resto della UE), e il terziario resta in espansione, con la domanda interna guidata dai consumi grazie al buon andamento del mercato del lavoro.
All’opposto, in Italia la contrazione dell’attività rimane marcata e il Centro studi Confindustria stima un’accentuazione della caduta del PIL nel primo trimestre, complice il maltempo; la spesa domestica, specie quella in consumi, è in forte calo, influenzata sia dal deterioramento occupazionale sia dalla bassa fiducia delle famiglie. Il credit crunch si è accentuato sul finire del 2011 e rimane uno dei principali fattori di freno per le imprese italiane e ne penalizza la competitività; le aziende tedesche, infatti, godono di termini creditizi nettamente più favorevoli proprio come ricaduta della crisi negli altri paesi. Gli interventi massicci della BCE hanno evitato che la morsa diventasse ancora più forte, migliorando sia la liquidità sia i bilanci bancari, attraverso il rialzo dei corsi dei titoli pubblici.
I prestiti restano, però, in calo e con costi in ascesa. La restrizione finanziaria in Italia è resa più grave dall’allungamento dei tempi di pagamento sia del settore pubblico sia tra privati, al contrario di quanto avviene in altre economie, dove invece sono stati accorciati. Fuori dall’Europa gli scambi commerciali sono tornati ad aumentare, la ripresa si è fatta più solida negli USA (come prova la robusta creazione di nuovi posti di lavoro) e i Brics avanzano a passo più spedito. Le quotazioni delle materie prime sono in tensione e confermano il miglioramento dello scenario extra-UE, ma erodono i margini industriali. I tassi ufficiali delle Banche centrali sono ovunque in diminuzione e verranno tenuti bassi a lungo. Il cambio dell’euro segue da vicino le alterne vicende politiche europee.
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Allegati: Confindustria – Analisi congiuntura febbraio 2012.pdf