Partiamo da un presupposto: un’eventuale vittoria contro il Novara non basterà a cancellare lo scempio di Roma, ma sicuramente riporterebbe un po’ di sereno nell’ambiente interista. I nerazzurri vengono da una settimana particolare, segnata (come spesso accade) dalle dichiarazioni del presidente Moratti. Il numero uno di casa Inter ha prima bastonato i suoi giocatori per la partita di Roma (“Siamo stati scarsi, è bene che la squadra cominci a capire che il campionato finisce a giugno”), poi ha allontanato lo spettro di Capello con un comunicato stampa. La domanda però sorge spontanea: se davvero la panchina di Ranieri non è in bilico, perchè questa smentita firmata addirittura dal presidente?
In tutto questo il diretto interessato ha trascorso una settimana in silenzio, fino alla conferenza stampa della vigilia, in cui ha fatto buon viso a cattivo gioco: “Il mestiere dell’allenatore è questo, dobbiamo confermarci partita dopo partita – ha detto Ranieri – si parlava di scudetto fino a qualche settimana fa, serve il giusto equilibrio. In Italia gli allenatori sono come le ciligie, uno tira l’altro, ma io continuo a lavorare con la stessa determinazione di quando sono arrivato”. Insomma, se il tecnico voleva trasmettere certezze riguardo al suo futuro nerazzurro, bè non ci è riuscito.
Ranieri Sto arrivando! benissimo che la sua permanenza all’Inter dipende dai risultati, in particolare dal terzo posto in classifica, l’ultimo utile per andare in Champions League. L‘obiettivo è tutt’altro che irraggiungibile, ma bisogna riprendere il cammino interrotto 15 giorni fa nella trasferta di Lecce. In questo senso il Novara ultimo in classifica sembra essere la preda perfetta, anche alla luce dei rientri in squadra di Stankovic, Forlan e Sneijder. “Dico sempre che abbiamo un girone di ritorno dove con il rientro di alcuni giocatori possiamo ritrovare qualità. Piano piano è arrivato il loro tempo, mi auguro di avere tutti in grande forma e con grandi motivazioni”.
La paura dei tifosi è che l’Inter possa crollare, come successo a Roma, ma Ranieri garantisce che non sarà così: “Rivedere quella partita non sarà possibile, la cancellerei totalmente perché come ha detto il presidente non siamo neanche scesi in campo”. Insomma, il tecnico testaccino sembra aver scelto la linea dell’aziendalismo, il che, conoscendo il personaggio, non stupisce più di tanto. Basterà per salvarlo dalla fame atavica (di allenatori) del suo presidente?