Settimana di riforme. Ieri la Grecia, oggi la Spagna. Il governo di Mariano Rajoy ha varato questa mattina la riforma del lavoro con un decreto legge che entrerà in vigore da domani, dopo la pubblicazione nel Bollettino ufficiale. Tra le novità più importanti per sconfiggere l’elevato tasso di disoccupazione che affligge il Paese (22,85%) ci sono nuovi tipi di contratti più flessibili e che incentivano le imprese ad assumere giovani disoccupati.
Il Governo ha creato un nuovo contratto su misura per le piccole e medie imprese che offre, alle società con meno di 50 addetti, uno sgravo fiscale di 3.000 euro, nel momento in cui contrattano un giovane con meno di 30 anni disoccupato. Tale lavoratore continuerà a prendere il 25% del sussidio di disoccupazione a cui aveva diritto, mentre l’imprenditore non gli pagherà il 50% dello stipendo a cui avrebbe diritto con il nuovo contratto. Inoltre il Governo ha posto il limite a 24 mesi per il rinnovo dei contratti a tempo determinato e ha aumentato a 25 anni l’età massima per ottenere un contratto di apprendistato.
Per quanto riguarda i licenziamenti l’esecutivo ha aumentato la rosa di possibilità per licenziare i lavoratori con giusta causa, che è anche la forma meno costosa: l’indennità è di 20 giorni per ogni anno lavorato. Allo stesso tempo ha abbassato a 33 giorni (per anno lavorato) l’indennità in caso di licenziamento arbitrario (prima a 45 giorni).
Il ministro del lavoro, Fátima Báñez, ha dichiarato che l’obiettivo principale della riforma è eliminare la duplicità nel mercato del lavoro tra contratti a tempo determinato e indeterminato. E che la nuova cornice permetterà da una parte di aumentare la flessibilità interna alle imprese, dall’altra di accrescere i diritti dei lavoratori. Ma su quest’ultimo fronte ha solo annunciato che ogni lavoratore avrà diritto a 20 ore di formazione annuali pagati dalla propria impresa.