GRANDE RICHIESTA PER I BOT. IL TRE MESI SOTTO IL 2%
L’AUMENTO DI FONDIARIA -5% SARA’ DI UN MILIARDO
L’effetto Monti dà ossigeno a Piazza Affari e alle altre Borse europee. L’esito positivo dell’asta dei Bot ha infatti permesso di contenere le perdite dopo un avvio difficile: l’indice FtseMib, che alle 10,30 scendeva dello 0,5%, è in pratica invariato -0,02% a quota 16.108. %. Londra -0,13% e Parigi -0,05% hanno quasi azzerato le perdite, Francoforte sale dello 0,3%.
Il Tesoro ha piazzato con successo titoli di Stato a breve per 11 miliardi di euro. Nel dettaglio, sono stati collocati 8 miliardi di Bot a tre mesi al tasso dell’1,969%. La richiesta è stata superiore all’offerta di 1,34 volte. Prima dell’asta, titoli con analoga scadenza venivano scambiati sul mercato a un rendimento del 2,00%. Sono poi stati venduti 3 miliardi di Bot con scadenza dicembre 2012 a un rendimento del 2,21%. La domanda era stata pari a 5 miliardi. Dopo l’asta, il rendimento del Btp decennale è sceso di 9 punti base al 5,93%, lo spread con il Bund tedesco si è ridotto a 405 punti.
“Investire in titoli di stato italiani che, in una fase di deflazione, rendono intorno al 6% sulla scadenza decennale, è un’opportunità fantastica, ma anche molto pericolosa”. E’ questa l’opinione di George Soros intervistato da Reuters Tv a Davos. “Affrontare un periodo di deflazione e poter avere un rendimento del 6% sui titoli italiani a dieci anni significa avere un rendimento fantastico, che non rimarrà su questi livelli quando le cose si sistemeranno”, ha detto Soros, che ha investito di recente 2 miliardi di dollari di titoli italiani già di MF Global. “Ma è una speculazione molto rischiosa, dal momento che, se le cose dovessero andare male, il rendimento potrebbe lievitare al 10%, allora ci si perderebbero gran parte dei soldi investiti”.
Prima di abbassare la guardia, comunque, occorre guardare ai focolai di crisi del debito sovrano, tutt’altro che spenti. Ad Atene, dove è in corso un nuovo round di negoziato sul taglio degli hellenic bond, si respira aria di ottimismo: le principali banche greche sono in forte rialzo. Alpha Bank guadagna il 20%, EFG Eurobank +25%, Piraeus Bank +23%. Ma si apre un nuovo fronte di emergenza: il Portogallo. Stamane i credit-default swap sul debito portoghese sono volati a livelli record raggiungendo i 1.430 punti base, in rialzo di 53 punti base rispetto a ieri. Record anche per lo spread decennale, per la prima volta dalla nascita dell’euro a oltre 1.300 centesimi.
Recupera, ma solo in parte, il settore bancario: MontePaschi scende del 2%, Unicredit arretra dell’1,6%, Banco Popolare -1,3%. In controtendenza Intesa + 0,75%. Forte rialzo di Ferragamo +4,2% dopo il buy di Deutsche Bank e i risultati migliori delle attese. Fondiaria-Sai perde il 4,96% sulle indiscrezioni di un prossimo aumento di capitale più pesante del previsto. L’aumento di capitale potrebbe infatti salire a 1 miliardo dai 750 milioni già approvati dal cda della compagnia. E’ quanto anticipa il Messaggero rivelando che a spingere in tal senso sono le grandi cooperative azioniste di Unipol, desiderose di fare una radicale pulizia del gruppo Ligresti con svalutazioni sul patrimonio: In forte ascesa Ansaldo Sts +3,8%. Tra le small caps sale Landi Renzo +3,2% sulle attese che il governo vari nuovi incentivi per l’acquisto di auto ecologiche. Ancora forti acquisti su Kinexia, che avanza del 4% dopo che ieri il titolo è salito del 23%.