In arrivo 27 miliardi di dollari in due anni dalla Banca mondiale. Stavolta però i destinatari degli aiuti non sono Paesi in crisi come Grecia o Portogallo, ma tutte le economie emergenti europee e dell’Asia centrale che più sono state colpite dalla crisi dell’eurozona.
“Mentre gli effetti sulle maggiori economie dell’Europa occidentale ricevono l’attenzione di tutto il mondo, la crisi colpisce anche la gente dei Paesi dell’Europa emergente, in particolare i più poveri in Europa centrale e sudorientale – ha detto il presidente dell’istituzione con sede a Washington, Robert Zoellick -. Il gruppo Banca Mondiale aumenta i finanziamenti disponibili per la regione cosicché i paesi dell’area possano contare su queste risorse per affrontare la crisi”.
Una nota dell’istituto spiega che la crisi del debito dell’eurozona contagia l’Europa emergente principalmente attraverso tre canali: la finanza, gli scambi commerciali e le rimesse dei lavoratori emigrati. L’importanza di ciascuno dei tre canali varia da Paese a Paese.
Il sostegno della Banca Mondiale verrà impiegato principalmente in tre settori: riforme strutturali e impresa privata (per il mantenimento degli investimenti), posti di lavoro e redditi, consulenza e supporto finanziario per i Paesi con un sistema bancario più fragile, protezione dei più deboli con un rafforzamento della rete di sicurezza sociale. In parallelo la Banca Mondiale annuncia il suo impegno accanto alle altre istituzioni internazionali, nella nuova iniziativa di Vienna per convincere le banche dell’Europa occidentale a restare in Est Europa e a continuare a prestare nell’area.