I colloqui tra i creditori privati e Atene riprenderanno domani. La Grecia, ha detto il portavoce Pantelis Kapsis, auspica di concludere il negoziato entro la settimana. Gli occhi degli operatori guardano al negoziato sulla ristrutturazione del debito, necessario per lo sblocco dei nuovi aiuti ma che si trascina ormai da tempo tra stop e riprese. La Borsa di Atene balza del 4,81% e i mercati europei limano le perdite sul finale, anche se confermano la cautela. I principali listini chiudono in territorio negativo ad eccezione del Dax che recupera il segno più a +0,04%. Il Ftse 100 e il Ftse Mib perdono lo 0,5% (con Milano trascinata nel pomeriggio dalla ripresa dei bancari), il Cac lo 0,31%. A Wall Street il Dow Jones alla chiusura dei mercati europei perde lo 0,46% e il Nasdaq guadagna lo 0,65%. Apple balza dell’8,1% in apertura dopo un utile più che raddoppiato nel primo trimestre dell’esercizio e un fatturato in crescita del 73% grazie soprattutto all’ iPhone.
In giornata lo spread risale sopra a quota 430 e alla chiusura dei mercati viaggia a circa 428 punti. Negli ultimi giorni il differenziale ha avviato una tendenza al ribasso insieme alle liberalizzazioni messe in campo dal governo Monti. Ma i mercati guardano alle incertezze ancora sul tavolo. ‘La forte accelerazione delle riforme compiuta negli ultimi mesi ha già avviato il rafforzamento della fiducia nel nostro Paese. La determinazione nel portarle a pieno compimento è ora decisiva per uscire dalla stagnazione e per sventare i rischi di una deriva pericolosa”, ha affermato il presidente della Bce Mario Draghi in un messaggio inviato al Premio Leonardo, che gli ha conferito un riconoscimento speciale. E aggiunge: ”La crisi dei debiti sovrani ha messo a nudo molte debolezze a lungo neglette, innanzitutto l’inadeguatezza della governance europea; per il suo superamento sono ora chiamati ad operare con drammatica urgenza tutti gli stati membri”. Lo spread ha toccato i 433 punti con rendimento al 6,29% dopo l’asta tedesca di bund a 30 anni cheè andata a buon fine per 2,458 miliardi, poco meno del massimo importo previsto di circa 3 miliardi, a fronte di una domanda per 5,04 miliardi (rapporto bid to cover a 2,1 da 1,1). I tassi sono ancora in calo: il rendimento medio è sceso al 2,62% dal 2,82% dell’ultima asta analoga di dicembre. E proprio il successo dell’asta tedesca indica che i timori sull’Eurozona e sui paesi periferici sono ancora presenti, con gli investitori che privilegiano il rifugio tedesco nonostante rendimenti scarni.
PRESSING FMI SU BCE PER LA PARTECIPAZIONE AL DEBITO GRECO
PRAET, CAPOECONOMISTA EUROTOWER, BCE SEGUE I GOVERNI
Se i mercati non sono crollati sotto lo spettro del default, che potrebbe diventare realtà già a marzo in caso di mancato accordo sulla ristrutturazione del debito, e ritengono che alla fine l’intesa in qualche modo s troverà, rimangono comunque cauti in attesa di nuove indicazioni sui vari fronti aperti. Il Ft ha rivelato che il Fmi sta facendo pressioni affinché anche la Bce, che ha in mano 40 miliardi di titoli e che non partecipa all’accordo dei privati, contribuisca maggiormente al sostegno del debito. Dal presidente del Fmi Christine Lagarde arriva la conferma indiretta: «I creditori pubblici dovranno partecipare allo sforzo finanziario» se la partecipazione del settore privato al riscadenziamento del debito greco non dovesse essere sufficiente, ha detto. Ma dall’Eurotower non arrivano aperture: “La Bce si attiene a quanto concordato con i governi – ha detto il capoeconomista Peter Praet al quotidiano tedesco Allgemeine Zeitung -. La rinuncia dei creditori privati sarà quindi un evento unico. Se saranno prese le giuste misure, in particolare le riforme strutturali, il programma definito (per la Grecia) può funzionare”. Del resto, ha aggiunto ”un default sui pagamenti sarebbe pericoloso per i mercati finanziari”.
Sul tavolo c’è poi il tema del rafforzamento dei fondi a sostegno dell’Europa, a partire dall’obiettivo del Fmi internazionale di raccogliere altri 500 miliardi: “i Paesi non membri della zona euro contribuiranno all’aumento delle risorse richieste dal Fondo monetario internazionale, a condizione che l’Unione monetaria si doti da parte sua di un sistema anticrisi ”abbastanza forte”: ha detto Lagarde. Così come si discute ancora, tra i segnali ambigui e contradditori lanciati dalla Germania, sul rafforzamento del fondo Salva Stati. Argomento su cui il premier Mario Monti è stato chiaro: “La posizione dell’Italia sui firewall è chiara: bisogna dotare il fondo europeo di salvaguardia finanziaria e il futuro fondo di stabilità di risorse adeguate e di una governance umana e non sovraumana e non circondata da vincoli e cavilli”, ha detto oggi nel suo intervento al Senato. Mentre per gli eurobond la strada è ancora lunga e tortuosa: si potrà pensare agli Eurobond solo dopo un’integrazione europea più profonda, che preveda ad esempio “che la Corte di Giustizia europea controlli i bilanci nazionali”, ha spiegato Angela Merkel in una intervista che la Stampa pubblicherà domani, insieme a 5 altri quotidiani. Lunedì sera, intanto, salvo sorprese, vedrà la luce la stesura definitiva del Fiscal Compact.
SALGONO LE BANCHE, UNICREDIT VOLATILE CHIUDE IN POSITIVO
LUXOTTICA CORRE SUL FATTURATO RECORD
Tornano nel pomeriggio gli acquisti sulle banche. Il Banco Popolare, già in positivo in mattinata accelera a + 11,69%, così come Bmps e Bpm (su cui Citigroup ha alzato il rating a neutral) che ampliano i rialzi a +7,83% e a +2,20%. Ubi +3,34%. Gira in positivo Unicredit a +1,28% in una giornata volatile perché condizionata all’aumento di capitale ancora in corso destinato a chiudersi venerdì con il pieno di adesioni retail. Piazza Cordusio ha reso noto di aver lanciato un programma di riacquisto di preferred securities e di titoli di debito per un valore nominale di 5,5 miliardi di euro. In arrivo dalla banca ci sono poi covered bond per 25 miliardi di euro che potranno essere usati come collaterale alla Bce. Intesa perde invece lo 0,34%.
Confermano il rally Diasorin + 7,07% e Luxottica + 3%, dopo il fatturato record messo a segno nel 2011. I cali del Ftse Mib sono guidati da Tod’s (-4,73%), che accelera al ribasso nel pomeriggio, nonostante i ricavi 2011 abbiano battuto le attese (dati preliminari a 893,7 milioni di euro +13,5% sul 2010) e le dichiarazioni di Diego Della Valle che si attende risultati reddituali “ottimi”. In rosso del 2,82% Stm dopo i risultati deludenti del quarto trimestre 2011 e le indicazioni deboli sui ricavi del trimestre in corso ed Eni –2,60% su cui il mercato teme delusioni nei conti del quarto trimestre.