Non si arresta l’ondata di fallimenti delle imprese, che nel 2011 in Italia hanno superato quota 12mila (con un aumento del 7,4% rispetto all’anno precedente), cifra record dalla riforma della disciplina fallimentare del 2006. Lo attestano i dati dell’Osservatorio Crisi d’Impresa Cerved Group, dai quali emerge inoltre che, a causa dei fallimenti, negli ultimi 3 anni sono andati persi più di 300mila posti di lavoro.
Andando a leggere i dati nello specifico si nota un aumento maggiore delle bancarotte delle società di capitali (+8,6% sul 2010) rispetto alle altre strutture societarie (+4,7%). Risultano poi essere stati colpiti in particolar modo i servizi (+10%) e le costruzioni (+7,8%), mentre l’industria ha registrato un’inversione di tendenza positiva rispetto all’anno precedente (-6,3%).
Il record assoluto di fallimenti fu toccato nel 2005. Allora, però, con una diversa legge, potevano accedere alle procedure fallimentari anche le microimprese. Gianandrea De Bernardis, amministratore delegato di Cerved Group, pone dunque l’accento sull’enorme gravità di questi numeri, in virtù delle maggiori dimensioni medie delle impese coinvolte. “Se non si interviene rapidamente sul fronte della liquidità” avverte inoltre lo stesso De Bernardis “il rischio che gli effetti negativi si ripercuotano anche sulle aziende sane, ma prive delle risorse finanziarie necessarie, diventa molto concreto”.