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Juve a Bergamo, dal titolo d’inverno allo scudetto

I bianconeri vogliono chiudere il girone in testa e imbattuti – La sfida con l’Atalanta è più di una semplice partita: 3 volte su 4 la Juventus campione d’inverno ha vinto anche il campionato finale – Conte senza fronzoli: “Dobbiamo prenderci i tre punti”.

Juve a Bergamo, dal titolo d’inverno allo scudetto

A Bergamo per chiudere il cerchio. Un girone fatto di 10 vittorie, 8 pareggi e nessuna sconfitta, il tutto condito da 29 reti segnate (3° miglior attacco) e solo 12 subiti (miglior difesa). Numeri che spiegano molto del primato solitario della Juventus, ma non tutto. Perché dietro questo grande girone d’andata c’è il lavoro di Antonio Conte, capace di riportare a Vinovo l’anima bianconera. “Sta per finire il girone di andata e sicuramente sarà il momento di fare un consuntivo e di capire – anche se i motivi li conosciamo benissimo – perchè abbiamo fatto questa prima parte di campionato in maniera straordinaria. Quando sono arrivato a giugno, dissi che non avrei mai firmato per obiettivi minimi e lo ribadisco anche ora”.

A Bergamo c’è in palio la conferma del primo posto in campionato, ma anche il titolo di campione d’inverno, che in molti casi significa scudetto. Le statistiche ci dicono che su 79 campionati a girone unico, ben 54 volte (il 68,4%) il successo finale è andato a chi era in testa anche a metà percorso. Andando più a fondo, da quando vigono i tre punti a vittoria, possiamo osservare come la percentuale sale al 75% (12 volte su 16) ma c’è di più: la Juventus ha confermato con la vittoria finale il titolo d’inverno per 18 volte su 24, ancora una volta il 75% delle occasioni. Ben 3 volte su 4, quindi, la Juventus campione d’inverno ha vinto anche il campionato finale. “Ci teniamo a finire davanti a tutti e l’unico modo per farlo e prenderci tre punti a Bergamo” ha detto Antonio Conte, che questa sera tornerà nella città lombarda a testa alta.

Nel 2009/2010 l’attuale tecnico bianconero guidò l’Atalanta per 13 partite, totalizzando altrettanti punti. Il ruolino di marcia fu tutt’altro che soddisfacente, ma l’esonero arrivò per motivi ambientali: Conte non faceva giocare Doni e Ferreira Pinto, due idoli indiscussi della tifoseria. La società provò a mediare con il tecnico (ovvero a convincerlo a schierare i due), ma lui, in linea con il personaggio, non accettò compromessi.

Oggi, a guardare le cose con occhi diversi (soprattutto su Doni), Bergamo potrebbe accoglierlo diversamente, anche se Conte non sembra cercare rivalse: “Se ripenso a quella esperienza mi viene grande rabbia, grande delusione, perchè so che in altre circostanze, in altri momenti, con altri uomini, sicuramente la storia sarebbe stata diversa. Sono contento del fatto che comunque il vero tifoso atalantino mi ha sempre apprezzato e me lo ha sempre dimostrato, per il resto penso che ognuno abbia la propria strada e come dico sempre il tempo poi dà un giudizio ed è galantuomo su tutto”.

Per quanto riguarda la formazione, non ci sarà turnover, soprattutto a centrocampo. “Non posso farlo” ha detto Conte, e in molti hanno letto in questa dichiarazione una richiesta alla società. Marotta sta provando a chiudere per Guarin, uno che alla Juve farebbe molto comodo. Anche perché, nell’ambiente bianconero, nessuno vuole smettere di sognare.

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