Dal decreto sulle liberalizzazioni e in particolare dalle riforme del settore energetico potrebbero nascere buone notizie per Eni. O almeno è quello che pensa Eric Knight, fondatore e Ceo del fondo attivista Knight Vinke asset management (Kvam), che possiede una quota compresa tra l’1% e l’1,5% del capitale del colosso italiano dell’energia – un valore di Borsa tra i 670 milioni e 1 miliardo di euro.
Lo ha dichiarato una fonte vicina al fondo, che ha confermato le parole di Eric Knight al Corriere della Sera (“Knight Vinke non ha perso di vista il dossier Eni-Snam”), sottolineando che vede nello scorporo di Snam un’ottima occasione per Eni. La cessione della maggioranza – la quota di Eni dovrebbe infatti scendere sotto il 20% – potrebbe fruttare all’azienda guidata da Paolo Scaroni quasi 6 miliardi euro, ma potrebbe anche permettergli di deconsolidare 11,5 miliardi di euro di indebitamento sui 25,5 miliardi di debito netto atteso per fine 2011.
Il Consiglio dei ministri dovrebbe confermare quanto previsto nella bozza circolata ieri. Dopo 6 mesi dall’entrata in vigore, si dovrebbe emanare un ulteriore decreto per fissare il nuovo assetto di Snam, che concederà all’Eni 2 anni per scendere al 20% della partecipazione. Questa lunga procedura suscita non poche preoccupazioni nel fondo attivista. Secondo Kvam, Eni dovrà essere più veloce del mercato che “questa volta non potrà essere ingannato e trarrà le sue conseguenze in caso di ritardo o inadempimento”.
Secondo il fondo americano il titolo Eni è sottovalutato tra il 35% e il 70%. A Piazza Affari l’azione del cane a sei zampe oscilla tra il negativo e il positivo. Intorno alle 13.00 perde lo 0,7% a 17,08 euro. In rosso netto invece Snam rete gas che perde lo 0,91%.