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Ferri: “Ci sono tutte le condizioni perchè vengano sospesi i rating in tempi di crisi”

INTERVISTA A GIOVANNI FERRI – Ci sono tutte le 5 condizioni d’emergenza perchè l’Esma sospenda i rating delle agenzie – Il personale di S&P, Moody’s e Fitch non è il massimo e risente del condizionamento ambientale di Wall Street – Agenzia europea sì, ma servono almeno 3 anni – Monti giochi d’anticipo: chieda un prestito al Fondo Monetario

Ferri: “Ci sono tutte le condizioni perchè vengano sospesi i rating in tempi di crisi”

Finalmente la controffensiva nei confronti delle perfide e tutt’altro che imparziali agenzie di rating parte alla grande. Mario Draghi, il presidente della Bce, non ha usato mezzi termini: “Dobbiamo imparare a vivere senza le agenzie di rating e a fare a meno dei loro giudizi”. Sulla stessa linea da sempre c’è uno dei massimi esperti di agenzie di rating, Giovanni Ferri, ex Banca d’Italia ed ex Banca Mondiale e adesso pre-rettore all’Università di Bari, che propone di sospendere i rating in tempi di crisi. Ecco la sua intervista a FIRSTonline.

FIRSTonline – Professor Ferri, ha sentito Draghi? Dopo il declassamento dell’Italia e di mezza Europa, non le pare più urgente che mai decidere di sospendere – in tempi di crisi – i rating sugli Stati sovrani?

FERRI – “Sì, io la penso così da molti anni. Ma per farlo c’è bisogno di forza anziché della somma di debolezze che espone oggi l’Europa. Del resto, l’andamento prociclico delle agenzie non è una novità. Guardando le cose dall’Italia, che senso ha abbassare il rating proprio ora che, con il governo Monti, c’è qualcuno in plancia di comando che è in grado di fare tutto quello che è necessario per stabilizzare il debito pubblico e rassicurare i mercati? Se le agenzie dovevano fare questo downgrading – e tale declassamento era già implicito negli spread sul Bund e sui CDS dei mesi scorsi – lo dovevano fare già in estate. Ma invece hanno aspettato finora e oggi il downgrading sembra quasi controtempo. Ma vale la pena ricordare che anche nel 1992 le agenzie di rating fecero la stessa cosa, declassando l’Italia non prima ma dopo che il governo Amato avviò la stabilizzazione fiscale”.

FIRSTonline – Chi dovrebbe prendere una decisione d’emergenza sulle agenzie di rating e che probabilità ci sono che questo avvenga?

FERRI – “Stando all’art.24a della nuova normativa sulle agenzie di rating, a prendere la decisione di sospendere temporaneamente emissione/revisione dei rating sovrani dovrebbe essere l’ESMA (European Securities and Markets Authority) quando ricorrano tutte assieme cinque condizioni: a) c’è una minaccia imminente al funzionamento ordinato dei mercati finanziaria o alla stabilità finanziaria; b) l’azione di rating aumenterebbe il rischio di alta volatilità dei mercati finanziari e verosimilmente causerebbe significative ricadute per le altre entità o strumenti di debito; c) vi sono cambiamenti imminenti nella forza finanziaria e nel merito di credito dello Stato, inclusi negoziati in corso su un programma di assistenza finanziaria che verosimilmente influenzerebbero il rating sovrano in discorso; d)    la misura di sospensione può ragionevolmente ridurre significativamente il rischio di cui al punto a); e) ci si aspetta che la misura di sospensione non abbia effetti negativi sull’efficienza dei mercati finanziari in misura sproporzionata ai benefici della misura. Prima di agire, l’ESMA dovrebbe consultarsi con l’EBA e l’EIOPA e, se opportuno, con lo European Systemic Risk Board e altre autorità rilevanti. Mi pare che tutti e cinque i requisiti sarebbero soddisfatti nelle presenti circostanze, però dubito che l’ESMA e le altre istituzioni abbiano la forza necessaria anche quando la normativa sarà operativa”.

FIRSTonline – In vista della montagna di aste di titoli di Stato che attendono l’Italia e l’Europa, c’è la possibilità di sterilizzare l’effetto del declassamento sugli investimenti finanziari dei grandi fondi internazionali e degli investitori istituzionali?

FERRI – “Sarebbe auspicabile ma, da una parte non vedo come e, dall’altra, non mi pare che i mercati stiano dando tanto credito alle mosse di S&P’s. Dopo la turbolenza innescata venerdì 13 pomeriggio non mi pare che l’impostazione sia peggiorata gran che al riaprire dei mercati del lunedì. Quindi, in qualche senso sono forse proprio gli investitori che ritengono la agenzie di rating meno rilevanti che in passato”.

FIRSTonline – In un’intervista a Radio 24 l’ex premier ed ex presidente della Commissione europea Romano Prodi ha sostenuto che, per sua diretta esperienza, i rappresentanti delle tre maggiori agenzie di rating non risultano particolarmente preparati e soprattutto appaiono molto condizionati dall’ambiente e dal contesto – la finanza anglosassone – in cui operano: Lei che ne pensa?

FERRI – “Le agenzie di rating raccolgono tradizionalmente persone preparate ma non il top, che va invece alle investment banking e in altri luoghi dove si guadagna di più. Riguardo all’orchestrazione, non credo vi sia all’opera un qualcosa di simile alla Spectre dei film di James Bond. Però il condizionamento ambientale può essere un canale da tenere in considerazione”.

FIRSTonline – È fantasia o c’è del vero nel sospetto di complicità tra le 3 maggiori agenzie di rating e la finanza anglosassone che ha ritirato i suoi capitali dall’Italia e dall’eurozona e che scommette sul crollo dell’euro?

FERRI – “Anche qui, non credo si tratti di una serie di azioni concertate. Ma è indubbio che nel breve periodo la finanza americana avrebbe più da guadagnare che da perdere se il progetto dell’euro fosse affossato”.

FIRSTonline – In prospettiva l’idea di una agenzia europea indipendente promossa dall’Ue sembra guadagnare terreno: qual è il suo giudizio e quanto tempo ci vorrebbe per istituirla?

FERRI – “Proporrei che l’agenzia di rating europea avesse sede a Berlino, perché è da lì che è venuto il colpo più preoccupante alla fiducia nel progetto europeo. Al di là delle boutade, quello dell’agenzia di rating europea indipendente è un progetto valido ma potrà decollare nel medio periodo (almeno 3 anni) e non può offrire una soluzione immediata”.

FIRSTonline – In attesa di nuove regole del gioco, non crede che sarebbe utile che – nel pieno di una guerra finanziaria dagli esiti imprevedibili – il Fondo Monetario esercitasse una più diretta ed efficace azione di sorveglianza sulle tre maggiori agenzie di rating?

FERRI – “Si, anche l’FMI può giovare. Però, non se si tratta di un FMI a trazione americana perché altrimenti si ricade nello stesso problema di prima. Forse, qualora da Berlino non vengano novità significative, il governo Monti dovrebbe chiamare la scommessa e andare a Washington a chiedere direttamente all’FMI non di tagliare le unghie alle agenzie di rating ma di ricevere un finanziamento che permetta al Tesoro italiano di non presentarsi in asta per un annetto. Forse questo scompaginerebbe un po’ i giochi”.

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