BORSA E BTP CERCANO IL BIS DEL TORO. GLI HEDGE CARICANO I FUCILI CONTRO L’EURO
Borse sprint, titoli di Stato in forte recupero. Il test ha un valore assai relativo, visto che ieri non si è lavorato a Londra e a Wall Street, le due principali centrali speculative del pianeta, oltre che a Tokyo e ad Hong Kong. Ma il recupero dei titoli di Stato italiani, a partire dal Btp biennale, è senz’altro di buon augurio in vista dell’asta del 12 gennaio, il primo test vero per i titoli italiani. Ma le attese sono positive: per la prossima emissione di Bot a 12 mesi la previsione è di tassi al 3,75-4% contro il 5,95% registrato nell’ultima asta prima del rifinanziamento della Bce.
Intanto, una volta tanto il governo Monti può trarre giovamento dai numeri: lo spread del Btp decennale è sceso a quota 496, migliora anche la forbice rispetto ai Bonos spagnoli, scesa a 182bp rispetto al massimo di 202. In particolare, impressiona la discesa di 44 bp del biennale. Chissà che qualche operatore non abbia deciso che convenga correre il “rischio” di guadagnare qualcosa con il debito sovrano italiano piuttosto che rimetterci di sicuro (salvo rivalutazione della moneta) nei Gilt inglesi o nei titoli danesi, i cui rendimenti sono ben al di sotto dell’inflazione. In ogni caso, sarà interessante verificare gli umori del mercato oggi, in occasione delle prime offerte del 2012. Si parte stamane con i Bte, cioè i Bot francesi. Stasera tocca ai T-Bond a breve: il trimestrale, venerdì sera, valeva un rendimento dello 0,06%.
METEOBORSA. SERENO, NUVOLE DALLA SPAGNA. Chissà se il 2012, anno bisesto, saprà regalare sedute euforiche come quella d’esordio. I listini grazie anche al dato positivo dell’indice dell’industria manifatturiera tedesca hanno vissuto una seduta a senso unico, in costante accelerazione. A Milano l’indice FtseMib è salito del 2,4%. La Borsa di Parigi è salita dell’1,6%, Francoforte ha corso in rialzo del 3%.
A frenare l’entusiasmo ci ha pensato Madrid: il deficit spagnolo 2011 è dell’8%, due punti in più del dato finora noto. Alla festa, poi, non ha partecipato l’euro, che ha festeggiato il decimo compleanno in calo sul dollaro: quota 1,294, da 1,296 della chiusura di venerdì. Ma è solo l’inizio. L’Ft rivela che gli hedge hanno caricato i loro cannoni per sparare contro la moneta unica. Nell’ultima settimana del 2011 sono stati siglati 127.900 contratti short contro l’euro, in netta crescita rispetto ai 113.700 dell’ottava precedente.
Intanto il buonumore ha contagiato l’Asia. Da segnalare il forte rialzo del colosso minerario Bhp Billiton che esporta il 28% della sua produzione in Cina. Fu & Li, il maggior fornitore di Wal Mart, segna ad Hong Kong un rialzo del 5,2%. L’indice Hang Seng avanza del 2,01%, l’Msci Asia Pacific del 1,21%. Tokyo è ancora chiusa.
PREMAFIN, VERSO LA CONVERSIONE DEI CREDITI IN AZIONI
Il rilancio dei titoli di Stato ha avuto un’immediata eco nell’andamento dei titoli assicurativi. Le Generali hanno registrato un progresso del 3,7%. Il titolo del Leone, reduce da una perdita del 18% nel 2011 (contro un arretramento del settore del 13,8%) può trarre indiretto vantaggio dall’aggregazione tra Fondiaria, Premafin ed Unipol caldeggiata da Mediobanca che potrebbe allontanare la minaccia Axa.
A proposito della partita Ligresti, ieri Fondiaria-Sai è salita del 6,2% (Unipol +3%). Milano Assicurazioni, la controllata di Fon-Sai anch’essa coinvolta nel progetto, è salita del 5,3%. Premafin, la holding dei Ligresti che controlla Fondiaria, è stata sospesa per tutta la giornata e nell’asta finale ha segnato un prezzo di 0,20 euro, in rialzo del 42%. Il rally dipende dall’andamento delle trattative per fornire il necessario ossigeno finanziario alla holding; sia Clessidra che gli altri potenziali contendenti hanno chiesto la partecipazione all’aumento di capitale delle banche (a partire da Unicredit) mediante al conversione dei crediti.
L’EFFETTO VIOLA SPINGE AL RIALZO I TITOLI MPS. IN BPM IL SECONDO SOCIO HA UN NOME: MINCIONE
Altro fattore rilevante della seduta è stato “l’effetto V” come Viola Fabrizio, il primo grande colpo del banca mercato del 2012, Banca Pop.Emilia, scippata dell’ad, ha chiuso con un lieve progresso dello 0,1% dopo esser stata a lungo l’unica blue chip in terreno negativo. MontePaschi, dove Viola andrà ad assumere (per ora) la carica di direttore generale, è salita del 3,5%.
Intesa ha guadagnato il 2,7%, Unicredit il +1%, Pop.Milano il +2,6%.Ha un nome il misterioso azionista che il 14 dicembre scorso rastrellò i diritti dell’aumento di capitale della banca. Si tratta di Time&Life fondo gestito dall’italo americano Raffaele Mincione, che controlla ora l’8% dell’istituto, secondo solo ad InvestIndustrial di Andrea Bonomi. Mincione, già a capo della divisione europea di Salomon Smith Barney, è noto alle cronache per un brillante affare immobiliare a Londra concluso a prezzi stracciati durante la crisi del 2008 e per essere stato il fidanzato della futura moglie di Paul McCartney.
Rally anche per i titoli delle auto, in scia al buon andamento dell’indice settoriale europeo (+3,1%). Fiat ha guadagnato il 4,5%, Fiat Industrial il +2,6%, Pirelli il +2,7%. Il 2011 si è chiuso con una nuova pesante flessione delle vendite sul mercato italiano per Fiat: -15,3%. Il calo, nell’arco dei 12 mesi è stato del 13,1%. La casa del Lingotto ha piazzato in Italia 550.000 vetture, contro le 750 mila in Brasile in cui resta leader dopo aver respinto l’assalto di Volkswagen.
Giornata elettrica per le utility. Fra le blue chip di Piazza Affari, spicca il rialzo di Terna, salita del 6% dopo che l’Authority per l’Energia ha pubblicato sabato il documento finale che contiene le indicazioni sul prossimo adeguamento delle tariffe di trasmissione dell’energia elettrica. Gli aumenti sono più forti delle attese. Enel , anch’essa interessata dall’aggiornamento delle tariffe, è salita del 2,6%. A2A ha guadagnato il 5,2%.
Fra i titoli industriali, hanno guadagnato Finmeccanica +3,5%, Tenaris +4,4% e Prysmian +3,7%. In rialzo Ferragamo +3,2% e Mediaset +4,8%. Tra i titoli minori, De’Longhi è salita del 6,7% nel primo giorno di quotazione dopo lo spinoff del ramo d’azienda “Professional”, che oggi ha debuttato sul listino con la denominazione DelClima (ha chiuso a 0,975 euro). Per effetto della scissione ogni azionista di De’ Longhi ha ricevuto un’azione di De’ Longhi.
Sopaf fa sapere che il tribunale di Milano ha respinto il ricorso di Partecipazioni S.p.A. (controllata dalla “DeA”) contro la società su un asserito diritto di ristoro vantato da DeA pari al corrispettivo da questa pagato per l’acquisto del 14,99% del capitale sociale di Banca Network Investimenti S.p.A., maggiorato degli importi versati da DeA a titolo di aumento di capitale e di riserve, oltre ad interessi per 36 milioni. La richiesta di Dea era basata su una scrittura privata datata 1° agosto 2007. Il tribunale, recita una nota Sopaf “ ha dichiarato la nullità dell’accordo in considerazione del divieto del cosiddetto patto leonino”.