Il finir dell’anno è tempo di bilanci, e nel mercato delle Ipo (Initial Public Offering) il bilancio è tutto a favore dell’Asia: una significativa tessera del mosaico che vede lo spostamento nel fulcro dell’attività economica e finanziaria dall’Occidente all’Oriente. L’ultima volta che gli Stati Uniti capeggiarono le classifiche degli IPO fu nel 2008. Da allora, e il 2011 lo conferma, il primato è passato alla Cina.
Nell’anno che si chiude le borse di Shanghai, Shenzhen e Hong Kong (incluso Chi-Next, una piattaforma per start-up basata a Shenzhen che vuol essere il Nasdaq cinese), hanno lanciato IPO per 73 miliardi di dollari, quasi il doppio rispetto agli ammontari raccolti in America da Wall Street e dal Nasdaq.
In valore assoluto le Ipo sono scese: i 73 miliardi raccolti in Cina sono meno della metà rispetto all’anno scorso. Molte IPO sono state rimandate o annullate, e il mercato azionario cinese è stato fra i peggiori del mondo, con un calo del 23%. Tanto più significativo, quindi, in queste condizioni, il primato mantenuto in quel segmento cruciale delle offerte iniziali di acquisto: offerte che esprimono vitalità imprenditoriale e ricerca del capitale di rischio.
http://www.ft.com/intl/cms/s/0/d9733718-2c4a-11e1-b7df-00144feabdc0.html#axzz1huJ7nzNd