La prima fu disegnata nel 1980 dal mitico Giorgetto Giugiaro, storico designer approdato in Fiat nel lontano 1955, all’età di soli 17 anni, e “padre” di molte delle automobili che hanno fatto la storia della casa torinese.
Il primo modello di Fiat Panda è rimasto in produzione per oltre vent’anni, con alcuni restyling, fino all’uscita della seconda versione, nel 2003. Complessivamente, le due vetture hanno venduto oltre 6,5 milioni di pezzi nel corso di questi 30 e passa anni, risultando tra le più apprezzate di tutta la gamma Fiat.
Quella che nasce oggi a Pomigliano, tra celebrazioni e polemiche, è dunque la terza Fiat Panda. E sarà ricordata non tanto per i numeri che farà, anche qualora dovessero essere positivi, quanto per l’importanza strategica che la sua produzione sta ricoprendo in un momento delicato per l’azienda torinese e per l’industria italiana.
La Panda a Pomigliano è infatti anche un’operazione di immagine, fortemente voluta dall’amministratore delegato Sergio Marchionne, per ridare centralità e valore alla discussissima fabbrica del centro campano. Inizialmente infatti la produzione era prevista in Polonia, salvo poi tra peripezie e polemiche riportarla allo stabilimento “Giambattista Vico”. Che l’ad della Fiat, nel giorno del lancio della nuova automobile, ha così esaltato: “Conosco bene tutti i nostri stabilimenti e ad oggi quello di Pomigliano è il migliore stabilimento del gruppo Fiat al mondo”.
Gli ha fatto eco il presidente John Elkann: “Oggi – ha detto – è un giorno di festa, il nostro futuro è fatto di prodotti. Abbiamo successo e vogliamo continuare ad averlo. La Panda è un esempio concreto di questo. Qui investiamo 800 milioni di euro, è un segno concreto che l’unico modo per fare investimenti nelle auto è avere le condizioni di competitività”.
Ma non è tutto oro ciò che luccica. Durante la conferenza di inaugurazione c’è stata una protesta ai cancelli dello stabilimento Fiat da parte di disoccupati e Slai-Cobas. Circa un centinaio di persone hanno manifestato, in modo pacifico. Ma soprattutto, in seno alla conferenza si è registrata un’importante assenza: quella del sindaco di Napoli Luigi De Magistris, in polemica con l’accordo sindacale raggiunto proprio ieri dalla casa automobilistica: “Con l’estensione del modello contrattuale di Pomigliano a tutti gli stabilimenti del gruppo Fiat si offende la storia del Novecento, le battaglie delle lavoratrici e dei lavoratori per il riconoscimento dei loro diritti, per celebrare il ritorno ad un Ottocento schiavista. Per queste ragioni, oggi non partecipero’ alla presentazione ufficiale presso lo stabilimento Gian Battista Vico”.
Forse fin troppo duro il sindaco partenopeo, nel giudicare un accordo che in effetti non fa nascere sotto una stella pacifica questa nuova Panda, visto il contorno di polemiche e la mancata firma della Fiom. Il nuovo contratto è stato improntato proprio sul “modello Pomigliano” e a partire dal 2012 riguarderà tutti gli 86.200 lavoratori del gruppo Fiat.
Ma a mettere tutti d’accordo ci pensa, almeno ci prova, Sergio Marchionne: “Chi ancora dubita che in questo stabilimento si possano fare le cose e farle bene. Chi ancora dubita che a Pomigliano e nel Mezzogiorno si possa essere competitivi, migliorando le cose buone e cancellando quelle negative, non ha che venire qui. Abbiamo investito qui più di 100 milioni, con intensi piani di formazione per i lavoratori. Questo non semplicemente per salvare il salvabile, ma come atto doveroso per un impianto che poteva e doveva crescere. Pomigliano si è trasformato in qualcosa di nuovo. La crisi del 2008 ci ha messo nuovamente alla prova. Siamo andarti avanti per mesi con la cassa integrazione. Ma era chiaro che ci voleva una svolta. Abbiamo scelto la strada più coraggiosa e impegnativa: portare qui la nuova Panda. Abbiamo annunciato di volerlo fare il 22 dicembre del 2009. Ora siamo pronti”.
Inizia così l’avventura della nuova Panda. Sarà ricordata come l’auto della discordia o del grande rilancio?