IL PESSIMISMO DI BERLINO SUL VERTICE MANDA A PICCO LE BORSE
LO SPREAD TOCCA QUOTA 400
Ancora una volta, alla vigilia di un vertice importante, è la Germania che spariglia le attese dei mercati. Le Borse, dopo una partenza vivace sulle attese per un’intesa in grado anche di aumentare la potenza di fuoco del fondo Salva Stati, hanno girato tutte in negativo sul no tedesco a sommare la capacità di finanziamento del fondo salva-stati Efsf con quella del fondo permanente Esm. E sul pessimismo di Berlino verso un accordo complessivo europeo già nel vertice di venerdì. Il Ftse Mib guida i ribassi con un calo dell’1,24%, il Cac cede lo 0,11%, il Dax dello 0,57%, il Ftse 100 dello 0,39%. A Wall Street il Dow Jones scende dello 0,04% e il Nasdaq dello 0,42%.
Lo spread italiano è tornato a salire toccando quota 400, per poi tornare in area 388. Complice l’asta di titoli di Stato tedeschi a cinque anni che ha registrato un boom di richieste per 8,67 miliardi contro i 5 disponibili, riscattando la Germania dal flop dell’asta di bund di novembre che ha costretto la Bundesbank a intervenire. L’asta è andata a buon fine nonostante l’avvertimento di S&P di ieri che per la prima volta ha messo in dubbio la tripla A tedesca e i rendimenti si sono attestati all’1,11%. A completare un collocamento di successo è stato oggi anche il Portogallo, sulla scia proprio della maggiore fiducia del mercato verso una soluzione della crisi del debito. L’asta ha registrato domanda doppia e rendimenti in leggera discesa.
Ma nel pomeriggio le voci in arrivo da Berlino hanno riacceso le tensioni sui mercati. Una fonte governativa tedesca si sarebbe detta “più pessimista” della settimana scorsa su un possibile accordo complessivo nel vertice europeo: “Le discussioni dei giorni scorsi dimostrano che alcuni partner non hanno capito la gravità della situazione”, ha commentato la fonte. Poco dopo il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert ha dichiarato: Berlino e Parigi si sono accordate per un’accelerazione dell’entrata in vigore dell’Esm, per dare un forte segnale ai mercati al prossimo vertice di Bruxelles ma il tetto di risorse stabilito a disposizione del fondo salva-Stati non sarà toccato. L’euro è in leggera flessione sul dollaro a 1,3395.
ATTESA PER LA BCE DI DOMANI
Non sono mancati nuovi affondi di Sarkozy sugli eurobond: “Sono l’idea di chi non ha idee”, ha detto nel pomeriggio il presidente francese. D’altra parte già due giorni fa la coppia Merkozy aveva ribadito che “non sono in alcun modo una soluzione alla crisi”, un no che per alcuni lasciava aperta la porta a un maggiore interventismo della Bce. E un impietoso giudizio del New York Times che boccia il piano franco-tedesco, che potrà assicurare una stabilità temporanea ma è destinato ad aggravare il problema fondamentale dell’Europa, ossia la mancanza di crescita. Ad allentare la pressione sui listini dai minimi di giornata è l’attesa per la riunione della Bce di domani: la Banca Centrale Europea, oltre al taglio dei tassi, potrebbe annunciare misure straordinarie per stimolare il credito interbancario e far ripartire la ripresa economica.
CROLLA FONSAI CHE DAL 19 LASCIA IL FTSE MIB
ANSALDO STS, NESSUNA FUSIONE CON ANSALDO BREDA
Intanto a Piazza Affari i bancari sono tornati sotto pressione: Mps perde il 5,66%, Unicredit il 2,42% e Intesa il 2,7%. Domani alle 18, a mercati chiusi, l’Eba pubblicherà le esigenze definitive di ricapitalizzazione delle banche europee. Crolla del 5,82% Fondiaria Sai. Sul titolo pesa l’uscita dal Ftse Mib che diventerà effettiva dal 19 dicembre (al suo posto Salvatore Ferragamo) e il timore che il gruppo possa dover ricorrere a un nuovo aumento di capitale, in caso parere negativo dell’Isvap al piano di capital management che prevede la creazione di una società veicolo in cui confluiranno le partecipazioni in Rcs, Mediobanca, Pirelli, Unicredit e Mps e che sarà ceduto per il 40% al Credit Suisse per fare cassa. Oggi i vertici del gruppo hanno incontrato l’Isvap per un confronto ma indiscrezioni di stampa ritengono probabile che l’Authority esprima parere negativo. Il 12 dicembre è fissato un cda straordinario del gruppo per valutare strade alternative. Cede il 4,5% Ansaldo Sts. Oggi Finmeccanica ha precisato, relativamente ad alcune indiscrezioni di stampa, che l’opzione di una fusione tra Ansaldo Sts e AnsaldoBreda “non e’ ne’ allo studio ne’ in fase di valutazione da parte” della controllante Finmeccanica, “ne’ in alcun modo percorribile”.