“Immatricolazioni calate del 9,2% in novembre”. É la stima del centro studi Promotor per il mercato italiano, presentata oggi in occasione della tradizionale conferenza stampa sull’andamento del settore auto, a due giorni dall’apertura ufficiale del Motorshow di Bologna.
Le brutte notizie però non si fermano qui: a dicembre la discesa sarà ancora più importante, -14,7% rispetto a dicembre 2010 e l’anno dovrebbe chiudersi con un calo complessivo del 10,8%, per un totale di un milione e 750 mila automobili immatricolate.
Per il 2012 non si respira grande ottimismo e le previsioni, a bocce ferme, sono di scendere leggermente sotto il dato 2011, a quota un milione e 730 mila. Tutto questo se l’euro regge all’urto di questi mesi. Per dare il senso della situazione attuale il presidente di Promotor, Gian Primo Quagliano, cita Ungaretti: “Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”. Anche per Promotor la via di salvezza dell’euro sta nel ruolo della Bce, mentre la strada italiana del risanamento deve conciliare “rigore e crescita”.
“Siamo piuttosto delusi dai tempi d’intervento del governo Monti – sostiene il ricercatore -. Speriamo comunque che accanto al rigore ci sia un valido pacchetto di misure per lo sviluppo, in grado di liberare risorse da destinare a settori strategici come l’auto e le costruzioni”. Difficilmente, ammette Quagliano, si potranno ipotizzare incentivi generalizzati, ma è auspicabile un intervento sulle soluzioni ecologiche.
L’automobile non potrebbe sopportare invece un ulteriore inasprimento fiscale “perché dalle tasche degli automobilisti si è già attinto a piene mani, soprattutto con le accise sulla benzina”. Nel 2010 il fisco avrebbe incassato dall’auto 68 miliardi di euro, mentre a fine 2011 dovrebbe contare già su 1,8 miliardi in più solo dai carburanti, a fronte di consumi in calo.
Insomma, una batosta difficile da assorbire per i consumatori, vessati anche sul fronte assicurativo. Un fallimento, per Quagliano, si è rivelata la liberalizzazione delle tariffe per assicurazione Rc auto, introdotta nel ’94: “La concorrenza non ha sanato proprio nulla, anzi, in base ai dati dell’Aci possiamo dire che una vettura 1.000-1.500 di cilindrata pagava, prima della riforma, un premio di 411 euro mentre oggi paga 1.821 euro. Probabilmente sarebbe meglio fare marcia indietro. C’è stato un incremento del 3434% contro un inflazione del 50,3%”.
Eppure il mercato italiano dell’automobile ha buone potenzialità: 36,8 milioni sono le auto che circolano, 1,9 milioni quelle da cambiare ogni anno, circa 400 mila le nuove, insomma l’obiettivo di 2,3 milioni di immatricolazioni é, sulla carta, possibile. “Se le misure che adotterà il Governo daranno un po’ di fiato ai consumatori, faranno pagare chi ha di più e non chi ha di meno, allora potremo aspettarci una ripresa già dalla primavera prossima puntando a quota 1,8 milioni nel 2012, per arrivare a due milioni nel 2013”.