Riprende in aula, alla Camera, la discussione della modifica all’articolo 81 della Costituzione con l’introduzione dell’obbligo del pareggio di bilancio. Subito dopo l’approvazione potrebbe essere calendarizzato in Senato e dunque il provvedimento potrebbe avere il via libera definitivo all’inizio di marzo. Le modifiche proposte incidono sulla disciplina di bilancio dell’intero aggregato delle pubbliche amministrazioni, compresi pertanto gli enti territoriali (regioni, province, comuni e città metropolitane).
Trattandosi di una modifica della Carta fondamentale, è prevista la procedura di approvazione fissata dall’art.138 della Costituzione stessa, per cui le leggi di revisione della Carta e le altre leggi costituzionali “sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione”.
Ecco dunque che il provvedimento dovrebbe vedere la luce non prima marzo. La norma prevede la possibilità di referendum popolare a determinate condizioni (che ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali); possibilità esclusa, però, nel caso che la legge sia stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti.
Il disegno di legge all’esame della Camera ruota attorno al principio che “lo Stato, nel rispetto dei vincoli derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea, assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio. L’equilibrio del bilancio è assicurato tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico, prevedendo verifiche, preventive e consuntive, nonché misure di correzione”.
Il lavoro delle commissioni parlamentari ha però introdotto delle deroghe al pareggio, consentendo il ricorso all’indebitamento ma solamente “al verificarsi di eventi eccezionali o di una grave recessione economica che non possono essere affrontati con le ordinarie decisioni di bilancio”. Il ricorso all’indebitamento è autorizzato con deliberazioni conformi delle due Camere, adottate a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, e deve essere accompagnato dalla definizione di un percorso di rientro.