Crolla l’industria italiana a settembre (al netto della stagionalità), anche se tiene botta su base annua, contanto i maggiori giorni lavorativi e forte dell’exploit del primo semestre. Ma siamo lontano dai valori pre-crisi del 2008.
Il fatturato dell’industria a settembre è diminuito del 5,4% sul mercato interno e del 5,3% su quello estero. Lo rileva l’Istat, sottolineando che si tratta del dato congiunturale peggiore da novembre 2008.
Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 22 come a settembre 2010) il fatturato totale cresce invece su base annua dell’1,9% con una variazione nulla sul mercato interno e un aumento del 6,2% su quello estero.
Gli indici destagionalizzati del fatturato segnano un incremento congiunturale dello 0,7% per l’energia e diminuzioni del 10,4% per i beni strumentali, del 6,4% per i beni intermedi e dell’1,5% per i beni di consumo.
Nel confronto tendenziale, il contributo più ampio alla crescita del fatturato viene dalla componente estera dei beni intermedi. Per il fatturato il settore di attività economica per il quale si registra l’incremento tendenziale maggiore è quello della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+12,9%).
A settembre gli ordinativi dell’industria hanno segnato un calo del 8,3% (dato destagionalizzato) rispetto al mese precedente, per una riduzione del 10,1% degli ordinativi interni e del 5,5% di quelli esteri. Su base annua, l’indice grezzo degli ordinativi è calato del 3,6%.