Una terapia d’urto per ridurre i debiti, con cessioni per circa un miliardo di asset nel settore civile e nella galassia Drs. E’ quanto annunciato stamani da Finmeccanica. Non solo: riduzione mirata degli investimenti, da 3,6 a 3,4 miliardi (con tagli concentrati nel 2012). Operazione trasparenza nel settore aeronautica, con un taglio per “oneri non ricorrenti di 753 milioni legato al programma B787 “al fine di tener conto di nuovi e recenti eventi che hanno modificato lo scenario”. Di conseguenza, il cda ha già deliberato di proporre di “non distribuire alcun dividendo con riferimento all’esercizio attualmente in corso” contro i 258 milioni di euro di un anno fa .
Una terapia che è risultata indigesta a Piazza Affari dove Finmeccanica è sospesa per eccesso di ribasso con il titolo che segna una variazione teorica di -11,9% a 3,952 euro. Colpisce la perdita per 790 milioni di euro nel terzo trimestre (contro un utile di 112 milioni). Nel comunicato con cui ha diffuso i dati, la società precisa che l’attuale previsione è che l’intero 2011 chiuda con un Ebita (risultato prima degli oneri finanziari, delle tasse e degli ammortamenti) negativo per circa 200 milioni di euro.
Altri dati: Finmeccanica chiude i primi nove mesi in rosso per 324 milioni (contro 321 in attivo nei primi nove mesi del 2010), sotto il peso di 4.665 milioni di debiti rispetto ai 3.133 milioni registrati al 31dicembre 2010 mentre i ricavi sono scesi a 12.252 milioni (contro 12.924) e l’Ebitda risulta negaitvo per 188 milioni contro un saldo positivo di 856 (causa gli oneri dell’aeronautica) .
Di fronte a questi numeri (cala anche il portafoglio ordini). L’ad Giuseppe Orsi ha ordinato una medicina amara che incontra il netto dissenso del presidente Pier Francesco Guarguaglini, assente dalla riunione del cda di lunedì sera, affidata alle cure del consigliere anziano, l’ammiraglio Guido Venturoni. A complicare i rapporti ai vertici c’è senz’altro la decisione di Orsi di allontanare al più presto Marina Grossi, moglie di Guarguaglini, dalla guida di Selex Sistemi.
In sostanza, Orsi propone : a) la cessione a termine di AnsaldoBreda, attraverso “ una partnership strategica e industriale che consenta nel tempo di “deconsolidare la società dal perimetro del Gruppo” ; b) la potatura di molti rami nell’area Drs: c) la vendita di quote di minoranza, non escluso il 25 per cento nella società missilistica Mbda, di cui sono partner Bae System e Eads. Inoltre, l’anno prossimo verranno tagliati costi per 100 milioni e investimenti per 200 milioni. In futuro sarà una Finmeccanica meno prodiga in fatto di investimenti che, d’ora in poi, risponderanno all’esigenza di “garantire il miglioramento della capacità di generare cassa, anche attraverso la definizione delle priorità degli investimenti”.
In questa chiave va letta la nascita di super Selex, in cui confluiranno l’attuale Selex Sistemi, la Selex Galileo e Selex Elsag una sola entità del settore elettronica per la Difesa e Sicurezza – ad esclusione di quelle statunitensi – che permetterà di “razionalizzare il portafoglio tecnologico, migliorare le performance industriali e finanziarie, aumentare la quota di mercato e ridurre i costi “. Oltre che tagliare le poltrone di comando, a vantaggio della leadership di Orsi, si potrebbe aggiungere.
Tagli, infine, sono stati concordati anche nel settore aeronautica con una terapia che prevede riduzione della forza lavoro, la ristrutturazione delle attività di produzione e di ingegneria e la razionalizzazione della Supply Chain al fine di ridurre i costi esterni.