Lo spread Btp/Bund ha superato la soglia dei 550 punti base. Dopo aver sfondato quota 570 ora il differenziale viaggia in area 555 punti base con un rendimento del 7,34%, ben sopra la la fatidica soglia del 7%, ritenuta punto di non ritorno da molti analisti ed economisti. In mattinata il rendimento del Btp decennale è salito al 7,40%, quello del quinquennale al 7,60% mentre l’interesse del biennale balza al 7,13%. Livelli mai visti dalla nascita dell’euro. Il messaggio dei mercati è inequivocabile: la dichiarazione di dimissioni a termine del premier Silvio Berlusconi, dopo l’approvazione del patto di satbilità, non è sufficiente.
Intanto Piazza Affari risale dai minimi ma continua a precipitare: -3.41% l’indice Ftse /Mib a quota 15.129, dopo che diverse blue chips, a partire dalle banche, sono state sospese per eccesso di ribasso. L’emergenza italiana contagia gli altri listini europei: Parigi -2,12%, Francoforte -2,49 Londra -1,91%. Il sistema teme che, una volta rotti gli argini, i Btp siano ormai entrati in una spirale incontrollabile, come da giorni ammonivano gli esperti: una volta superati certi livelli, infatti, scattano reazioni tecniche che è impossibile contrastare. Da domani, la stanza di compensazione Clearnet chiede per i Btp uno scarto di garanzia maggiorato di 5 punti, a tutela della solidità del mercato. E questo ha provocato un’ulteriore pioggia di vendite. A loro volta i Btp in caduta libera fanno franare le banche, considerate un “proxy” dello Stato italiano.
Anche stamane la Bce centrale europea è intervenuta sui Btp decennali ma, commenta malizioso il Financial Times, Mario Draghi non intende deflettere da quanto già annunciato: gli acquisti di Francoforte non possono sostituire l’azione degli Stati. Visto che l’Italia non ha ancora assunto impegni precisi , perciò, la Bce si limita agli acquisti necessari per contenere il contagio ad altri Paesi dell’Unione, ma evita di sparare munizioni comunque inutili.
In questa cornice i segnali negativi si sprecano: Lottomatica rimane il peggiore titolo del paniere principale ( – 10%), seguito da Mediaset (-8,45%), Intesa SanPaolo e Unicredit perdono rispettivamente il 3,42% e il 4,15% (dopo aver ritracciato dai minimi di seduta). Mediobanca cade in ribasso del 3,76%. Banco Popolare -3,18%, Ubi Banca -3,68%.
Pesanti le perdite delle altre blue chips: Enel -5,16%, Fiat Industrial -4,40%, Atlantia -4,48%.