Lo yuan cinese è caduto al suo livello più basso contro il dollaro americano consentito dal sistema cinese dei tassi di cambio per il secondo venerdì consecutivo, nonostante l’ulteriore rialzo nei tassi fissato ieri dalla banca centrale. Poco dopo l’apertura dei mercati il dollaro ha raggiunto i 6,3481 yuan. La colpa sarebbe da additare principalmente agli investitori che continuano a rincorrere il biglietto verde, preoccupati per la salute dell’economia cinese e per la crisi del debito europea.
La People’s Bank of China (Pboc) aveva aumentato ieri il tasso di riferimento dello 0,16%, a 6,3198 yuan per dollaro con una nuova iniezione di liquidità. E’ il livello più alto dal luglio 2005 e sembra che lo scopo del Governo fosse dimostrare ai Grandi 20 che le accuse mosse loro di mantenere il renminbi troppo basso per premiare le esportazioni sono infondate. E’ una strategia che la Cina ha già adottato più volte.
“Il Governo rimane aperto a aumenti della flessibilità dello yuan”, ha detto ieri Zhang Tao, direttore generale del dipartimento internazionale della banca centrale, prima del meeting a Cannes. La pressione inflazionaria in Cina è ancora alta e questo aumento nello yuan riflette la fiducia nelle prospettive di crescita dell’economia cinese e la volontà del governo di combattere l’inflazione. “Un tasso di cambio più forte è in linea con l’obiettivo cinese di far diventare lo yuan una valuta globale”, ha dichiarato Banny Lam analista finanziario di Honk Kong.