E’ stata riattivata la joint venture in Libia tra Eni e Gazprom Neft. A confermarlo è stata la sede centrale a Mosca del colosso russo chiarendo che, “l’accordo torna allo stadio prima del conflitto”. Lo ha annunciato in mattinata anche il consigliere del presidente russo per i Paesi africani, Mikhail Margelov, dichiarazione che dovrebbe servire a rassicurare gli animi di chi temeva per una Russia tagliata fuori dagli affari in Libia.
L’accordo risale al 16 febbraio scorso, un contratto che prevedeva la cessione da parte di Eni ai russi del 16% della sua quota del 33% nel giacimento libico Elephant, incassando così 170 milioni di dollari. L’intesa era stata siglata dall’ad di Gazprom, Alexey Miller e l’ad di Eni e Paolo Scaroni. In cambio, al Cane a sei zampe veniva consentito di partecipare allo sviluppo degli asset nella Siberia Nord occidentale controllati da Artic Gas Company.
Tutto rimase bloccato con l’insurrezione in Libia del 17 febbraio, oggi a guerra terminata l’accordo sembra riprendere piede.