Dilaga il pessimismo in Italia, accompagnato a una maggior consapevolezza della gravità delle crisi. Lo evidenzia un sondaggio Ipsos, presentato da Acri in occasione della Giornata Mondiale del Risparmio. L’indagine statistica, basata su un campione di mille italiani, indagava sul livello di fiducia degli intervistati.
E’ emerso che i pessimisti sono saliti circa al 50%, erano il 29% solo due anni fa, mentre si dicono ottimisti il 36% degli interpellati, nel 2009 erano il 55%. Per quanto riguarda la percezione della crisi l’86% del campione la ritiene grave e 3 italiani su 4 pensano che durerà almeno fino al 2015. A pesare è principalmente il pessimismo delle persone nel pieno dell’attività lavorativa.
Per quanto riguarda il risparmio la proverbiale propensione degli italiani è cresciuta di pari passo con la crisi anche se sempre meno famiglie riescono a mettere soldi da parte. L’affermazione “non vivo tranquillo se non riesco a mettere da parte qualcosa” condivisa 2 anni fa dal 26% oggi è nella testa del 44% degli intervistati, a dimostrazione di come il futuro prossimo sia immaginato pieno di insidie e difficoltà. Solo un italiano su tre è riuscito a risparmiare (il 25% al Sud), e soltanto il 13% ritiene che riuscirà a risparmiare di più l’anno prossimo, dato più basso dal 2001, anno in cui la rilevazione è partita.
A tornare è invece il desiderio di titoli, l’aumento dei rendimenti di Bot e Bond ha placato la domanda di liquidità. Il rinnovato amore per gli investimenti finanziari sarebbe anche determinato dalla scarsa fiducia verso gli strumenti a tutela del risparmio.