Per lo Statuto delle imprese si avvicina il traguardo definitivo. L’aula del Senato ha infatti approvato il disegno di legge, con modifiche però rispetto al testo già licenziato dalla Camera, e così le norme per la tutela della libertà d’impresa ritornano ora all’esame di Montecitorio dove l’iter per il sì definitivo dovrebbe essere rapido. Semplificazione delle procedure per l’avvio delle attività di impresa con l’obiettivo di aprire un’attività imprenditoriale in un solo giorno; risolvere il problema dei ritardati pagamenti tra imprese e tra imprese e pubblica amministrazione che da sempre rappresenta uno dei limiti allo sviluppo del settore; facilitazioni nell’accesso al credito, premiando la progettualità rispetto alle garanzie: questi i cardini dello Statuto.
Nel corso del dibattito in Aula sono stati approvati anche due ordini del giorno: il primo che impegna il governo a sospendere l’imposizione fiscale per chi denuncia il racket; il secondo riguarda i ritardati pagamenti della pubblica amministrazione e impegna il governo “a valutare che i crediti certificati vantati dalle imprese nei confronti del comune, della provincia e della regione ove è ubicata la sede legale, qualora non riscossi, possano essere compensati, anche parzialmente, nel periodo d’imposta successivo a quello di ritardato pagamento”.
Legittima la soddisfazione di Raffaello Vignali (Pdl), vicepresidente della commissione Attività produttive della Camera e consigliere del ministro Romani per le Pmi, nonché estensore e primo firmatario dello Statuto delle Imprese. ”Ora l’ultimo passaggio, che sarà velocissimo, alla Camera, non modificherà più il testo. Una volta approvato lo Statuto, l’Italia sarà il primo Paese a fare diventare norma il contenuto dello Small Business Act (Atto sulle piccole imprese) europeo”.