“Se quanto avvenuto alla Camera dei deputati fosse dovuto a sciatteria e non a un fatto di divaricazione politica, la sciatteria sarebbe più grave della divaricazione politica. In questi giorni ci stanno guardando da tutta Europa e da tutto il mondo: e allora, signor Presidente, le poniamo un problema formale e sostanziale”. Con queste parole Mario Baldassarri, senatore Fli, è intervenuto ieri nell’Aula di Palazzo Madama, dopo la clamorosa bocciatura a Montecitorio del primo articolo della legge di bilancio.
In merito alla nota di aggiornamento del Def, Baldassarri sostiene che – stando ai dati ufficiali – è possibile concludere che “la manovra di agosto rappresenta un aumento di entrate di 92 miliardi di euro, che essa non azzera il deficit pubblico nel 2013 e che la pressione fiscale andrà al 45,4%, perché il Governo ha utilizzato il trucchetto di mettere in corsivo, sotto la sua valutazione sulla pressione fiscale – guarda caso – quel gettito ulteriore, pari a venti miliardi di euro, che dovrebbe venire dalla riforma fiscale e del welfare”.
Ma non basta. Secondo il senatore del Terzo Polo, il documento contiene anche “un palese falso formale“. In particolare, nella tavola 7a, che ha come titolo “Conto della pubblica amministrazione a legislazione vigente”. Baldassarri fa notare che “l’espressione ‘a legislazione vigente‘ significa che in quelle cifre sono incorporate le manovre di luglio e di agosto, che sono leggi vigenti”. Tuttavia “nella tavola ci sono i dati relativi agli anni 2009 e 2010, con i numeri consuntivi, e agli anni dal 2011 al 2014, con i numeri preventivi, che incorporano la legislazione vigente”.
In questo momento, dunque, la tavola “ha un titolo falso, perché il consuntivo con i numeri relativi al 2010 non è legislazione vigente. Per la prima volta ci troviamo ad esaminare una tavola che ha un titolo che fa riferimento alla legislazione vigente, ma che contiene dati e cifre, nella colonna relativa al 2010, che non sono legislazione vigente”. Baldassarri conclude il proprio intervento con un appello rivolto direttamente al presidente Schifani: “La prego di riflettere un po’ insieme, perché non ne va della maggioranza e dell’opposizione, ma della correttezza e del senso delle istituzioni”.