SEDUTA AL GALOPPO. RUSH FINALE DI MILANO +3,21%
I MERCATI CREDONO ALLA COPPIA MERKEL-SARKOZY
Piazza Affari chiude la seduta a passo di carica, con l’indice FtseMib che sale del 3,67% a quota 16.098. Positive anche le altre Borse europee: Londra avanza dell’1,8%, Parigi +2,13%, Francoforte +3,02%. Copione simile oltre Atlantico. Oggi è la festa del Columbus Day in America. Il mercato dei titoli di Stato è chiuso, mentre la Borsa funziona regolarmente e sale con vigore: Dow Jones +2,3%, S&P +2,9%, Nasdaq +2,9%. Corre l’euro all’indomani dell’accordo franco-tedesco sulla crisi del debito europea: la moneta unica sale dell’1,6% a 1,36 contro il dollaro. In realtà il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy, usciti da un incontro ieri a Berlino, hanno detto che il loro obiettivo è arrivare a dare una risposta sostenibile ai problemi debitori della Grecia e raggiungere un’intesa su come ricapitalizzare le banche europee. Ma i dettagli del loro piano non sono stati resi noti, cosa che non ha impedito la diffusione di un certo ottimismo: più che le parole, probabilmente, ha contato il salvataggio di Dexia da parte del Belgio e, in minor misura, della Francia. E’ la conferma che, in qualche maniera, verrà rispettata la promessa di evitare una Lehman Brothers europea. Il ritrovato ottimismo da parte degli investitori spinge le materie prime: per il petrolio è il quarto giorno consecutivo al rialzo. Il Wti sale dell’1,9% a 84,5 dollari il barile, il Brent +1,2% a 107,1 dollari. La settimana in cui il Tesoro si riaffaccia sul mercato con aste di Bot e Btp si apre all’insegna della calma: stabile lo spread tra Italia e Germania, il differenziale tra i titoli decennali dei due Paesi segna quota 350 punti base, in linea con la chiusura della seduta precedente. Da segnalare che lo spread tra bono spagnolo e bund tedesco scende a 294 punti base.
DOCCIA FREDDA DA VIENNA, CROLLA ERSTE BANK -13%
E AD ATENE ARRIVA IL DEFAULT DI PROTON BANK
In ogni caso, in tutta Europa le banche si confermano deboli con eccezione di quelle italiane. Partito bene, l’EuroStoxx di settore scende ora dello 0,2%. Pesano i timori che si debbano lanciare importanti aumenti di capitale e che gli istituti detentori di titoli governativi greci debbano accollarsi un “haircut” (riduzione del valore del rimborso) più alto del previsto. Tra i ribassi, spicca il caso dell’austriaca Erste Group (-13%) dopo l’annuncio di una perdita netta, per il 2011, di 800 milioni di euro. La banca aveva chiuso i primi tre trimestri dell’anno con un risultato netto positivo di 700 milioni di euro e per l’intero esercizio il consensus degli analisti indicava un utile netto di 980 milioni di euro. Sulle stime annunciate questa mattina peseranno 939 milioni di svalutazioni effettuate sulle attività delle divisioni ungheresi e rumene. L’istituto ha annunciato inoltre che non pagherà un dividendo “per almeno un anno” in modo da poter rimborsare gli aiuti (pari a 1,2 miliardi di euro) ricevuti dal governo austriaco. Erste Group è il secondo istituto di credito dell’Europa dell’Est. La Banca è presente, oltre che in Ungheria e Romania, anche in Repubblica Ceca e Croazia. La notizia dell’utilizzo del fondo di salvataggio per nazionalizzare la greca Proton Bank fa crollare i titoli delle banche greche sui timori che altri istituti di credito possano seguire il suo esempio: Piraeus Bank scende del 21%, Alpha Bank il 12,8%.
ESPLODE LA CORSA AD UNICREDIT: +12,21%
INDUSTRIA BOOM NEL FINALE. FIAT SU DEL 5,98%
Di fronte al ribasso generale delle banche europee, spicca ancor di più il balzo delle banche tricolori: quelle italiane si muovono in controtendenza. Unicredit , la più esposta verso l’Est Europa, traina l’indice con un +12,21%, seguita da Banco Popolare +3,71% ed Ubi +2,91%. Prende quota anche Intesa Sanpaolo +5,72%. Tutti positivi gli assicuratori: Generali +2,18%, Fondiaria-Sai +2,91% in ripresa dopo il warning. Unipol segna +4,65%. Restando a Piazza Affari, salgono i titoli petroliferi nella scia del rialzo del greggio: Eni sale dell’2,2%, Saipem del 5,21%. Va ancor meglio Tenaris +2,67%. Il titolo del primo produttore mondiale di tubi per l’industria petrolifera beneficia del rialzo del greggio e della promozione di Bank of America, che venerdì ha annunciato di avere alzato la raccomandazione a buy da neutral. Finale boom per Fiat che sale del 6,21%, Pirelli +4,26%. StM 5,67%. Balza all’insù anche Fiat Industrial +3,52% dopo uana seduta al ribasso sull’onda della notizia che Scania taglierà la produzione di camion in Europa a partire da novembre a causa dell’indebolimento della domanda. Si conferma in rialzo Buzzi +5,44%. Brillante invece Prysmian +5,58%. Enel sale dell’2,34%, sostenuta da Cheuvreux che l’ha inserita fra i titoli preferiti. Tra i titoli minori spicca la galassia Gavio, impegnata nella partita a scacchi su Impregilo: Auto To-Mi +7,7%, Sias +5,5%.
SORPRESA: PER GS IL PIL USA MEGLIO DEL PREVISTO
E LA PRODUZIONE INDUSTRIALE ITALIANA FA BOOM
Tra le ragioni del rimbalzo di Wall Street spiccano le previsioni, a sopresa positive, di Goldman Sachs che ha rivisto al rialzo le stime di crescita del Pil Usa del terzo trimestre portandole a +2,5%, da +2%. Il tasso di crescita previsto è quasi il doppio dell’1,3% del secondo trimestre e, se confermato, segnerà la crescita più forte degli ultimi 12 mesi. Anche in Italia, con non minor sorpresa, emergono dati migliori del previsto. Ad agosto, mese critico per i mercati e per la congiuntura politica, la produzione industriale ha invertito il trend al ribasso cominciato nel terzo trimestre 2010: +4,7% su base annua, + 4,3% rispetto al mese precedente. Da inizio 2011 il dato è allineato su una crescita del 3% circa. Tra le varie categorie hanno fatto molto bene metallurgia, fabbricazione di mezzi di trasporto e farmaceutici. Le previsioni, a questo punto, sono per un bis a settembre: la domanda elettrica, correlata alla produzione industriale, aveva segnato +3,6% ad agosto e ha riportato un +5% a settembre. Probabile quindi a settembre un altro mese positivo per la produzione industriale. Il boom è probabilmente più legato alla ricostituzione delle scorte che non ad un aumento effettivo della domanda finale: le aziende ormai hanno un livello di magazzino ridotto ai minimi, cosa che contribuisce a rendere il dato della produzione, soggetto a maggiori sbalzi.
EFFETTO APPLE. AT&T HA FATTO IL PIENO CON IPHONE 4S
SAMSUNG, IN SEGNO DI LUTTO, RINVIA IL CONCORRENTE
L’onda lunga dell’emozione prodotta dalla scomparsa di Steve Jobs continua a produrre effetti. At&t +1,5% è in salita dopo avere annunciato la vendita di oltre 200.000 pezzi dell’ultimo telefono della Apple, l’iPhone 4S, nelle prime 12 ore di commercializzazione. At&t dice di avere ricevuto una “domanda eccezionale” per il cellulare lanciato il giorno prima della morte del fondatore della Apple, Steve Jobs. Intanto il concorrente coreano Samsung della ditta di Cupertino ha annunciato oggi di avere ritardato il lancio del nuovo smartphone che utilizza l’ultima versione del sistema operativo Android di Google, come atto di sensibilità verso la morte di Steve Jobs.