SINDROME RECESSIONE E CRISI GRECA
SPINGONO GIU’ LE BORSE: MILANO -1,80%
Si soffre, come da previsioni. Ma dopo un avvio catastrofico le Borse europee hanno provato, con scarsi risultati, di ridimensionare le perdite. A Milano l’indice FtseMib scende dell’1,8% (contro il 2,5% iniziale), a quota 14.569. Più massicce le perdite a Londra -2% al pari di Parigi- 2,19% e Francoforte -2,2%. I titoli più bersagliati, come sempre capita quando s’infittiscono le nubi della recessione, sono quelli dell’automotive: Stoxx europeo del settore -4,5%. Seguono a ruota i valori finanziari, assicurazioni -3,6% e banche -3,5%.
L’euro, mentre si diffonde il rischio di contagio della crisi greca, s’indebolisce nei confronti del dollaro a 1,335, da 1,338 di venerdì sera. La sindrome recessione colpisce i prezzi delle materie prime. Il greggio Wti è scambiato a 77,7 dollari al barile, in calo dell’1,8%, il Brent a 101 dollari (-1,3%). Ne patisce sia l’Eni -1,5% che la Saipem -3,7%. Torna a salire l’oro, in rialzo a 1.652 dollari l’oncia. Sul mercato dei titoli di Stato, il Btp è stabile al 5,51%, ma lo spread con il Bund si allarga a 370 punti base (dai 366 di venerdì) a causa dell’aumento delle quotazioni del titolo tedesco, il cui rendimento è sceso all’1,82% (-6 punti base). Tanto pessimismo è giustificato, in parte, dalla crisi greca. Nel week end è emerso che non raggiungerà gli obiettivi di bilancio concordati solo un mese fa, nonostante che Atene si accinga ad una mission impossible: taglio del 20% dei salari, licenziamento di 30.000 statali: condizioni queste fondamentali per lo sblocco della sesta tranche di aiuti, un pacchetto da 8 miliardi di euro senza i quali la Grecia si troverebbe senza i fondi per pagare gli stipendi già da ottobre.
BPM E ANSALDO , DUE ECCEZIONI IN PIAZZA AFFARI
SOTTO TIRO LA FIAT E I TITOLI FINANZIARI
A questi fattori generali vanno aggiunti due fenomeni italiani. Il mercato punisce Fiat -3,78%, anche se il titolo fa meglio della media europea del settore. Sia la decisione di uscire da Confindustria che quella di puntare per l’impianto di Mirafiori su un fuoristrada targato Jeep non hanno suscitato particolari reazioni. Infuria, invece, la battaglia su Bpm +2,8% alla vigilia del cda che dovrà affrontare il caso del “governo ombra” dei sindacati interni (attraverso gli Amici di Bpm) sulla governance dell’istituto, le nomine e gli stipendi degli interni. Nell’attesa del confronto/scontro con le segreterie nazionali, che hanno esautorato i rappresentanti di Fiba Cisl e Fabi, e con Banca d’Italia, che non ha ancora lanciato segnali in direzione dell’approvazione del nuovo statuto, accelerano gli acquisti in Borsa.
La sensazione è che si stia rafforzando il fronte di Investindustrial. Gruppo Bonomi opera con la benedizione di Mediobanca, regista dell’operazione di collocamento del prossimo aumento di capitale. Tra gli altri titoli, Generali limita per perdite allo 0,75%%, soffrono di più Fondiaria Sai e Unipol entrambi -3%. Fra le banche, Intesa scende del 2,8%, Unicredit -3 %, MontePaschi -2%. Cade in terreno negativo anche il Banco Popolare -0,64. Sugli scudi Ansaldo Sts +4% mentre si infittiscono le voci sulla vendita. Non ne trae giovamento Finmeccanica -0,9%.