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S&P’s sotto inchiesta negli Usa

I vertici dell’agenzia di rating sono sospettati di aver assegnato la tripla A a titoli giudicati rischiosi dai propri stessi analisti. L’inchiesta sarebbe partita prima del recente downgrade del debito americano

S&P’s sotto inchiesta negli Usa

La sempre più urgente transizione dall’attuale oligopolio del rating verso un sistema più trasparente ed efficiente ha fatto nelle ultime ore un piccolo passo in avanti quando il New York Times ha riportato che il dipartimento della Giustizia americano sta indagando sul ruolo giocato da Standard & Poor’s nella devastante crisi dei mutui subprime.

L’inchiesta, civile e non penale, sarebbe partita ben prima del controverso downgrade del debito pubblico Usa deciso nei giorni scorsi da S&P’s e al momento non è dato sapere se coinvolga anche gli altri due big del settore: Moody’s e Fitch.

I reporter del quotidiano statunitense hanno parlato con due persone che sono già state interrogate e una terza che è a conoscenza dell’inchiesta. L’ipotesi degli investigatori è che S&P’s abbia volontariamente, e non per un errore di valutazione, assegnato un rating più alto del dovuto a titoli il cui valore era legato all’andamento di pacchetti di mutui poi rivelatisi, come si dice in gergo tecnico, “spazzatura”.

Secondo quanto contenuto nell’indagine starebbero emergendo casi di rating negativi espressi dagli analisti di Standard & Poor’s che, prima di poter essere resi pubblici, sarebbero stati nella migliore delle ipotesi “imbelliti” e nella peggiore cassati e trasformati in positivi dal top management dell’agenzia.

Se provate, le accuse assesterebbe un nuovo devastante colpo alla credibilità di S&P’s che fino a oggi è sopravvissuta ai suoi madornali errori di giudizio (quando ha assegnato la tripla A a titoli rivelatisi tossici) e di calcolo (quando ha clamorosamente sbagliato i conti che l’hanno spinta ad abbassare il rating del debito Usa) solo grazie alla mancanza di concorrenza nel settore in cui opera.

Il sospetto degli investigatori è che Standard & Poor’s, che per emettere i suoi giudizi viene pagata dagli stessi soggetti a cui deve assegnare un rating, regalasse pagelle positive al solo scopo di attirare nuovi clienti bisognosi di analisi non troppo severe circa la propria solvibilità.

Secondo un numero crescente di osservatori la trasformazione del fallimentare sistema di rating che ha concorso a creare la crisi attuale deve passare proprio attraverso la risoluzione del conflitto d’interesse tra controllati e controllori. Una possibile soluzione, dettata dal buon senso oltre che dagli scempi degli ultimi anni, potrebbe passare dalla trasformazione del modello di business delle agenzie di rating, non più finanziariamente dipendenti da chi colloca un titolo, ma da chi deve decidere se investire su quel titolo.

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