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Borse: dopo la Fed, il Toro al galoppo. Anche Milano corre

Positiva apertura di tutti i listini europei dopo le rassicurazioni della Federal Reserve sul fatto che i tassi resteranno “eccezionalmente bassi” fino alla metà del 2013 – Rialzi a Wall Street e poi sulle piazze asiatiche – Restano i timori per una recessione negli Stati Uniti – Occhi puntati sull’asta dei Bot

Borse: dopo la Fed, il Toro al galoppo. Anche Milano corre

L’ASIA SEGUE WALL STREET: TOKYO +1,2%
SURPLUS RECORD PER PECHINO: 31,5 MLD

I listini asiatici hanno risposto al rally della Borsa americana interrompendo la lunga serie di ribassi. L’indice Nikkei 225, a ridosso della chiusura, guadagna l’1,2%, al pari del Kospi coreano, sostenuto dalla decisione delle autorità di Seul di vietare le vendite allo scoperto per i prossimi tre mesi. Più robusto il rialzo dell’Hang Seng di Hong Kong (+3,69%). L’indice Msci Asia Composite, dopo aver perso il 15 per cento nelle ultime nove sedute, mette a segno un rialzo del 2,1 per cento. Sugli scudi, a Shanghai, la Zijing metals, primo produttore d’oro cinese, in rialzo del 7,5% dopo aver annunciato risultato superiori alle stime. La locomotiva di Pechino, intanto, avanza nonostante la stretta sul credito. A luglio la bilancia commerciale cinese ha registrato il miglior risultato di sempre: + 31,5 miliardi. Sale l’export (+20,4%), continua ad aumentare anche l’import (+22,4%). Intato lo yuan è ai massimi da 17 anni.

DOPO LA FED, TORO AL GALOPPO
A WALL STREET TASSI “ECCEZIONALMENTE BASSI” FINO AL 2013

I tassi resteranno “eccezionalmente bassi” fino a metà del 2013. Dal comunicato della Federal Reserve, mai tanto atteso, non sono arrivate indicazioni di nuove manovre espansive da parte della banca centrale americana, come molti speravano. Ma dopo una fase di sbandamento, che ha riportato i listini Usa verso il basso, il Toro ha fatto quasi all’improvviso la sua comparsa nel recinto di Wall Street. Nell’ultima mezz’ora, infatti, le Borse americane hanno riguadagnato buona parte del terreno perduto nel lunedì nero. In chiusura Il Dow Jones Industrial mette a segno un rialzo del 3,93% a quota 11.239, cioè 430 punti sopra; lo Standard & Poor’s 500 chiude a 1.172,53 punti, su del 4,74%, il maggior rialzo dal marzo 2009. Schizza all’insù anche il Nasdaq: +5,29 % a quota 2,482 punti. Intanto prosegue, nonostante la perdita della tripla A, la corsa ai T bond: ieri il rendimento è scivolato ad un nuovo minimo storico, da 2,32 a 2,2 %. E’ il segnale, al pari del calo del prezzo del petrolio sotto la barriera degli 80 dollari a barile, che i mercati “sentono” l’arrivo della recessione, a cui la Fed non intende per ora opporre quel che resta nel suo arsenale di stimoli per l’economia. Certo, nel corso del meeting i membri del Fomc hanno discusso di strumenti per rafforzare la ripresa, che saranno utilizzati “se necessario”. Ma la strategia di Ben Bernanke, probabilmente favorevole a fornire nuova liquidità per contrastare la frenata dell’attività economica (nella prima metà dell’anno la crescita è stata solo dello 0,8%), deve fare i conti con un’opposizione più vivace, Ieri il Fomc ha deciso a maggioranza, 7 contro 3, conferma di divisioni evidenti. Tre governatori (Richard Fisher della Fed di Dallas, Narayana Kocherlakota di Minneapolis e l’aurovevole Charles Plosser di Philadelphia) hanno voluto così rimarcare le preoccupazioni per l’inflazione, che a fine anno si attesterà al 2,5 per cento, mezzo punto sopra il target della Fed. L’impennata dei prezzi, insomma, spaventa più dei 25 milioni di americani alla ricerca di un posto di lavoro. Dopo la riunione del Fomc assume ancor più importanza il discorso che il 26 agosto Bernanke terrà a Jackson Hole di fronte ai governatori delle banche centrali. Nel 2010 il presidente della Fed usò quel palcoscenico per lanciare il “Quantitative easing”.

APPLE (+5,89%) SORPASSA EXXON A WALL STREET
GOLDMAN SCEGLIE 4 BIG PER UN “BUY”

In questa cornice non è difficile prevedere che la strada della ripresa, dopo i tonfi delle ultime settimane, sarà aspra e tormentata, com’è inevitabile data la volatilità delle ultime sedute. Ma, almeno per ora, sembra che il “bottom” sia stato toccato. Soprattutto a giudicare dai rimbalzi dei finanziari, con il +16,74% di Bank of America ed il +13,85% di Citigroup. +8,07% per Wells Fargo, promossa a “outperform” da Fbr Capital Markets. Upgrade anche per McDonald’s (+4,69%) e Humana (+9,29%) da parte di Goldman Sachs (+4,31%), che ha tolto Ups (+2,72%) dalla “conviction buy list” e inserito Pfizer (+5,64%), oltre A Boeing e Coca Cola. Profondo rosso invece per Aol (-25,75%) nel giorno dei conti. E’ stata, comunque, la giornata di un sorpasso storico: Apple (+5,89% a quota 374,01) ha superato Exxon (71,64 dollari -4,25%) ed è da ieri la società con la maggior capitalizzazione di Wall Street: le due società ora “pesano” attorno ai 348 miliardi di dollari. La volatilità, comunque, è destinata a restare alta, com’è inevitabile dopo una bufera che, dal 24 luglio scorso, ha ridotto del 14,8 per cento la capitalizzazione borsistica mondiale: 88mila miliardi di dollari in meno. Dice Andrew Coté, strategist di Ing al New York Times:: “Sarà un mercato di su e giù, come un torrente di montagna che, dopo la cascata cerca il suo giusto livello. Nel frattempo aspettiamoci un percorso accidentato”. L’oro, intanto, continua la sua marcia: 1.740 dollari l’oncia, dopo aver toccato in giornata un massimo di 1.770 dollari.

MILANO, FUNZIONA IL PARACADUTE BCE. RIPARTONO LE BANCHE
TRICHET: RIFORME SUBITO PER AVER FIDUCIA DAI MERCATI

“Messi assieme tutti gli episodi, compreso Lehman Brothers, non c’è dubbio che stiamo vivendo la crisi peggiore dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. E credo che le cose sarebbero andate assai peggio se le autorità non avessero preso le decisioni importanti che hanno assunto”. Così Jean-Claude Trichet, nel corso dell’intervista in cui ha sollecitato Italia e Spagna a muoversi con indugio sulla strada delle riforme, se i due Paesi vogliono recuperare la fiducia dei mercati. Grazie al paracadute della Bce, comunque, la Borsa di Milano ha saputo chiudere in territorio positivo una seduta caratterizzata da frequenti e repentini cambi di direzione. Tutti i mercati europei restano quindi nervosi ma hanno ricevuto un’iniezione positiva dall’andamento sprint di Wall Street. La nota positiva rigarda i Btp. Si è infatti allentata ulteriormente la tensione sulle obbligazioni italiane, con lo spread Btp-Bund che si è stabilizzato sotto i 280 punti base. Secondo gli operatori è evidente la mano della Bce, che ieri avrebbe acquistato sul secondario circa 7,5 miliardi di euro di Btp italiani e 2,5 miliardi di Bonos spagnoli. In un clima molto nervoso, a Piazza Affari il Ftse Mib ha guadagnato lo 0,52% a 15.721 punti, mentre il Ftse All Share è avanzato dello 0,50% a quota 16.394. Il comparto bancario ha mostrato una buona tenuta: Popolare di Milano ha guadagnato il 7,82% a 1,448 euro, Banco Popolare il 2,75% a 1,197 euro, Ubi Banca lo 0,80% a 2,77 euro, Monte dei Paschi l’1,57% a 0,465 euro, Intesa SanPaolo l’1,16% a 1,312 euro. Quasi in sordina, sfruttando la caduta dei prezzi, Vincent Bollorè ha acquistato 1,5 milioni di azioni Mediobanca – pari a circa lo 0,17% del capitale – per un controvalore complessivo di 8,74 milioni di euro. L’operazione è avvenuta il 3 agosto a un prezzo unitario di 5,8271 euro, come si legge nelle comunicazioni al mercato. Ieri Mediobanca ha chiuso in rialzo dell’1,16% a 5,66 euro. Prima dell’annuncio di ieri la quota di Bollorè, che fa parte del patto di sindacato di Piazzetta Cuccia, era pari al 5,18%. Telecom Italia (-1,89% a 0,832 euro) è scivolata sul fondo del paniere principale dopo aver guadagnato quasi 6 punti percentuali nelle ultime due sedute. Male i due colossi pubblici dell’energia: Eni ha perso l’1,15% a 12,91 euro, mentre Enel è arretrata dello 0,67% a 3,608 euro. Brillante Lottomatica (+4,36% a 11,74 euro) dopo che la controllata americana Gtech ha siglato un’estensione contrattuale di 18 mesi (estendibili per altri 12 mesi) per la gestione delle lotterie a Trinidad and Tobago. “La notizia ha un impatto qualitativo positivo, in quanto si tratta dell’ennesimo successo nel rinnovo del portafoglio contratti – ha scritto Equita -. Il gruppo secondo noi può beneficiare di un business molto solido e supportato in Italia dal rilancio del lotto e dal roll-out delle video lotteries (in anticipo rispetto ai concorrenti)”. Inoltre, ha spiegato la sim milanese, il gruppo “sta riducendo l’indebitamento più rapidamente delle indicazioni di piano e ha appena completato il rifinanziamento del debito”. Finmeccanica ha guadagnato l’1,06% a 5,03 euro dopo aver annunciato di essersi aggiudicata due ordini per un valore complessivo di circa 120 milioni di euro negli Stati Uniti, attraverso DRS Defense Solutions, e in Russia, tramite Selex Elsag. Tod’s (+3,08% a 76,90 euro) ha sfruttato l’upgrade di Citigroup, che ha portato la raccomandazione sul gruppo della famiglia Della Valle a buy dal precedente hold. Dopo il tonfo di ieri e un inizio in profondo rosso si sono ripresi i titoli della famiglia Agnelli: Fiat Spa ha archiviato la seduta con un +3,25% a 5,15 euro, mentre Fiat Industrial è avanzata dell’1,33% a 6,84 euro.

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