Finmeccanica scala le marce e chiude il primo semestre con una crescita trionfale dell’utile netto: 456 milioni di euro, +135% rispetto alla prima metà del 2010. A spingere il gruppo aerospaziale verso questo risultato è stata la plusvalenza netta da 443 milioni determinata dalla cessione del 45% di Ansaldo energia. Notizie meno buone sul fronte dei ricavi, che si attestano sui 8.432 milioni, in calo del 3%.
Una flessione legata principalmente ai settori dell’energia e dell’elettronica per la difesa. Non si registrano invece variazioni significative per le altre singole aree di business. Venendo alle previsioni, Finmeccanica stima per la fine dell’anno di arrivare ad ottenere ricavi compresi fra 17,4 e 18 miliardi di euro. Un target rivisto al ribasso, considerando che gli obiettivi iniziali indicavano una forchetta tra 18,3 e 19 miliardi. La nuova stima, spiega la società, è al netto di circa 400 milioni per effetto del deconsolidamento del 45% di Ansaldo energia.
Per quanto riguarda gli ordini, il loro valore è stato pari a 7.566 milioni di euro, in calo rispetto agli 8.050 milioni del primo semestre 2010. In particolare, sono migliorati i settori dell’energia e dell’aeronautica, ma la loro performance ha compensato solo parzialmente la contrazione nel comparto elicotteri e dell’elettronica per la difesa.
Il portafoglio ordini si è attestato a 44.981 milioni, in calo del 2% rispetto ai 48.668 milioni del 31 dicembre 2010 e assicura circa due anni e mezzo di produzione. Sul dato, spiega la società, influiscono il differente perimetro di consolidamento (1.649 milioni principalmente relativi ad Ansaldo Energia) e l`andamento del valore puntuale del rapporto di cambio euro/dollaro statunitense.
L`Ebita Adjusted è stato pari a 440 milioni, in calo del 25% rispetto rispetto ai 586 milioni del primo semestre 2010. Il margine rispetto ai ricavi si è fermato al 5,2% (-1,6%). L`indebitamento finanziario netto è arrivato a 4.189 milioni di euro, in crescita del 9% rispetto ai 3.133 milioni registrati al 31 dicembre 2010. Il dato è tuttavia in miglioramento (-9%) rispetto a quello registrato il 30 giugno 2010. Gli investimenti in Ricerca e Sviluppo ammontano a 882 milioni, pari al 10% dei ricavi